L'Aquila, Domenica 16 ottobre ore 16: RICORDO DI ROBERTO IANNILLI

 

 

 

Domenica 16 ottobre alle ore 16, nell’ambito del terzo Festival della Montagna dell’Aquila, l’Auditorium del Castello ospiterà un evento in ricodo di Roberto Iannilli, superbo alpinista scomparso lo scorso luglio in un incidente mentre scalava insieme all’amico Luca D’Andrea la parete Nord del Monte Camicia. Nell’occasione, verrà presentato il libro che Roberto aveva appena finito di scrivere “Compagni dai campi alle officine. Personaggi e interpreti tra i miei compagni di scalata” edito da Ricerche&Redazioni. Il ricordo di Roberto sarà condotto attraverso le testimonianze dei suoi compagni di cordata, con il coordinamento dei giornalisti Stefano Ardito e Linda Cottino. La commemorazione si concluderà con la consegna della Targa “Alpinisti del Gran Sasso” in memoria nelle mani della moglie e compagna di cordata Patrizia Perilli. Il premio è stato istituito dall’omonima Associazione “Alpinisti del Gran Sasso”, sodalizio di cui Roberto è stato Presidente fino alla sua scomparsa.

Roberto Iannilli, nato nel 1954, ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo dell’alpinismo sul Gran Sasso. In trent’anni, a partire dal 1987, ha aperto sulle pareti del massiccio abruzzese – la Est e le tre Spalle del Corno Piccolo, la Est della Vetta Occidentale del Corno Grande, la Sud del Torrione Cambi, il Paretone della Vetta Orientale, i pilastri del Pizzo d’Intermèsoli, la tetra parete Nord del Camicia – circa 150 vie nuove. Un palmarès straordinario, al quale vanno aggiunte decine di prime solitarie (molte in freesolo, cioè senza corda), di concatenamenti e di ripetizioni importanti. Dal 2001, la sua passione per il mondo verticale lo ha portato a compiere una decina di spedizioni in valli inesplorate dell’Himalaya o delle Ande, e a visitare le gigantesche muraglie di granito di Yosemite, in California. Roberto Iannilli ci ha lasciato nel luglio del 2016, mentre insieme al suo compagno di cordata Luca D’Andrea tentava di aprire una via nuova sulla parete Nord del Monte Camicia.

Così Roberto nella Introduzione al suo volume:

«Dividere il pane, dividere un ideale o una passione, essere legati da qualche cosa che accomuna. Fino ad arrivare ai compagni di cordata, i quali sono talmente compagni che letteralmente si legano l’uno all’altro. Addirittura capita che siano così “compagni” che, oltre al pane e la passione, condividano anche un ideale… ma questo è un altro discorso e capita sempre più raramente… Questi compagni possono provenire dai campi, dalle officine, dagli uffici o da dove vi pare, non è l’origine che fa differenza. In ogni caso, anche se non ci sei amico per la pelle, o non condividi un ideale, quando ti leghi a un compagno di scalata gli affidi la vita, l’unica che hai... In più di trent’anni di arrampicate in montagna mi sono legato a innumerevoli compagni. Qualcuno di questi è stato fondamentale per la mia crescita come alpinista, numerosi fanno parte degli amici, con altri invece c’è stata soltanto la corda che ci ha legati, ma con tutti ho condiviso i fallimenti e le realizzazioni.»



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