Casette abusive, il primo imputato viene assolto

 

 

«Una sentenza che potrebbe fare da apripista ad assoluzioni che poggiano sulla contraddittorietà della delibera comunale 58 del 2009». Lo afferma l’avvocato e consigliere comunale di opposizione, Roberto Tinari, il quale fa anche altre valutazioni. «La Regione», afferma, «ha deliberato in merito alla possibilità di sanare la situazione di quanti, sulla base delle disposizioni del consiglio comunale dell’Aquila in merito alla possibilità di realizzare manufatti temporanei a uso abitativo, avevano scelto questa opzione. La deliberazione metterebbe questi cittadini, che hanno provveduto autonomamente alla propria soluzione abitativa, investendo le loro risorse nella realizzazione di una casa di legno provvisoria, nelle condizioni di poter finalmente regolarizzare una volta per tutte la propria posizione al di là delle sentenze». «Mi auguro, pertanto», conclude, «che il nostro Comune, in tutte le sedi opportune, dimostri attenzione e lungimiranza rispetto a un problema che riguarda numerosissimi concittadini rimasti senza la propria abitazione».

Una sentenza del giudice monocratico Giuseppe Romano Gargarella, sulla scorta delle motivazioni depositate di recente, sembra fare spazio anche a sentenze assolutorie sulle casette abusive. Argomento, comunque, per il quale c’è massima attenzione per motivi di ordine pubblico. Il tutto a fronte di centinaia di casi al vaglio dei giudici. Il caso in questione riguardava un residente, Mario Panella, il quale aveva realizzato un manufatto abitativo in via delle Fiamme Gialle una zona ritenuta vincolata e classificata come molto pericolosa. Panella è stato assolto su richiesta dello stesso pubblico ministero perché «il fatto non costituisce reato» dall’accusa di false dichiarazioni avendo sostenuto che il terreno possedeva dei requisiti per poter edificare. Per contro in relazione alla contestazione di abuso edilizio è intervenuta la prescrizione. Il magistrato, in sostanza, ritiene che «l’autodichiarazione redatta dall’imputato si presentava veritiera, eccezione fatta che per il profilo dell’esistenza del vincolo idrogeologico, non espressamente menzionato, se non sotto un generico richiamo alle condizioni della delibera 58 del Comune dell’Aquila. Per cui il manufatto non poteva essere realizzato in zona, ma essendo stato omesso un profilo squisitamente tecnico può darsi credito alla prospettazione del pm del difetto di consapevolezza in capo all’imputato anche alla luce della formulazione letterale del corpo della delibera 58». Nel corso del processo, celebrato pochi mesi fa, infatti, si è fatto riferimento al passo della delibera 58 municipale nel quale si legge che «i manufatti provvisori potranno essere realizzati in deroga al regime vincolistico di natura paesaggistica, ambientale compresi quelli ricadenti nelle aree tratturali». Questo fa in modo che chi ha redatto la domanda possa anche essere stato tratto in inganno dal riferimento alla deroga. Di lì la scappatoia che può essere invocata sulla scorta della buona fede. A fronte di questo esiste comunque il problema delle casette in legno abusive per le quali il sindaco Massimo Cialente anche in tempi recenti ha sempre parlato di tolleranza zero. Le realizzazioni temporanee sono stimate essere circa 4 mila in tutto il “cratere”, per quanto riguarda L’Aquila sono mille quelle autorizzate attraverso la procedura rapida della delibera comunale 58 del 2009 e 600 invece le abusive, edificate senza alcuna comunicazione. Di queste, 150 sarebbero in zone a forte rischio idrogeologico. Le autorizzazioni per le casette sono considerate prorogate finché non sarà ricostruita l’abitazione principale di chi le abita, poi vanno regolarizzate con normali autorizzazioni edilizie oppure abbattute. Resta il fatto che la delibera è stata più volte criticata in quanto «gravemente lacunosa e contraddittoria, con i proprietari dei manufatti che sovente subiscono procedimenti penali pur avendo rispettato appieno tutti i requisiti del provvedimento».
di Giampiero Giancarli - da Il Centro -
 



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