Navarra: non siamo un freno allo sviluppo - Liris attacca il direttore del Parco

 

 

 

«Gli altri chiacchierano, noi siamo arrivati a 2.500 firme». Nel giorno in cui anche il presidente del Parco Gran Sasso-Laga Tommaso Navarra conferma che «non vi è conservazione senza sviluppo», il comitato #SaveGranSasso e l’associazione “Progetto montagna” tagliano il traguardo delle 2500 adesioni alla petizione popolare lanciata per chiedere la ridefinizione dei confini del Parco e dei Sic, i Siti di interesse comunitario. Navarra interviene per calmare le acque, dopo la polemica tra il direttore dell’ente Domenico Nicoletti e il sindaco di Roccaraso Francesco Di Donato, in merito ai nuovi impianti della stazione sciistica. E assicura di non voler tagliare le gambe al progetto turistico del Gran Sasso. Ma intanto prosegue la mobilitazione del comitato che chiede meno vincoli e l’eliminazione dei divieti nelle aree degli impianti di Campo Imperatore e al Chiarino: «Aver raccolto il consenso del 5% degli aventi diritto al voto del nostro Comune, in soli 24 giorni», sottolinea Fausto Tatone del comitato #SaveGranSasso, «può essere considerato poco o tanto, dipende dai punti di vista. Per noi è un traguardo che riempie di entusiasmo per continuare sulla strada percorsa finora. Una strada che anche i big saranno costretti ad ammettere essere l’unica. Grazie a tutti quelli che ci stanno mettendo la faccia e la firma». Secondo il presidente del Parco Navarra, «il Gran Sasso d’Italia e i Monti della Laga esprimono una non mortificabile vocazione anche turistica. Non è un caso che lo storico Rifugio Garibaldi risalga al 1886, la funivia del Gran Sasso d’Italia risalga ai primi anni Trenta del Novecento e lo storico Rifugio Franchetti risalga alla metà del secolo scorso. La comunità identitaria che vive e opera sulle nostre montagne aspira ad avere una prospettiva di rilancio e una possibilità di vita, anche economica. In tal senso è ferma volontà, mia personale e della stragrande maggioranza del direttivo, assicurare ogni intervento affinché detta prospettiva non rimanga frustrata. Naturalmente non sono possibili paragoni con realtà diverse, quale quella di Roccaraso (cui va il massimo rispetto) ma, fermo restando il compito istituzionale proprio dell’ente Parco e la piena consapevolezza del valore straordinario delle matrici ambientali coinvolte, è impensabile mortificare un territorio rispetto alle aspettative anche di natura economica». Alle dichiarazioni del direttore Nicoletti replica il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Guido Quintino Liris: «Nicoletti gioca sulla pelle degli aquilani e offende la nostra intelligenza. È un campano che dispensa pillole di esperienza montana a noi aquilani. Non è a conoscenza delle esigenze turistiche ed economiche del territorio, continua a nascondersi dietro tecnicismi ma, in realtà, sta creando i presupposti per perpetuare nel tempo la condizione di stallo in cui versa il Gran Sasso. Sostenere che le infrastrutture previste nel Piano d’area possano essere calate nel Piano del Parco solo dopo l’approvazione dello stesso, è una menzogna. Il Piano d’area deve essere parte integrante del Piano del Parco. Nicoletti pensa di prendere in giro tutti con fantasiose ricostruzioni tecniche, e si rende autore di disinformazione».

di Romana Scopano - da Il Centro -


 



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