AMATRICE, PATRIA MIA DILETTA, DILANIATA DAL SISMA

 

 

 



Il  violentissimo terremoto che il 24 agosto 2016 ha devastato il centro Italia, squarciando e divorando interi paesi della provincia di Ascoli Piceno e di Rieti, ha cancellato anche il magnifico borgo di Amatrice, ubicato alle pendici dei Monti della Laga, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Questa cittadina ricca di storia e di cultura, che fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”, fino all’anno 1927 apparteneva alla provincia dell’Aquila e in quell’anno fu annessa alla nascente provincia di Rieti.
La notte del 24 agosto, il sisma di magnitudo 6, durato 142 interminabili secondi, in sol colpo ha cancellato il paese di Amatrice, divorando vite umane e riducendo il borgo ad un cumulo di macerie.

Il video realizzato con le drammatiche foto della distruzione, offre soltanto una parziale idea dello straziante scenario apocalittico. Le note musicali che accompagnano sequenza delle immagini, sono state composte dal M° Camillo Berardi (nato ad Amatrice) per musicare il componimento poetico “Amatrice Patria mia diletta” scritto da Monsignor Luigi Aquilini, illustre storico di Amatrice e cultore della montagna.



Segue il testo del componimento.

AMATRICE PATRIA MIA DILETTA

 

 Versi di Monsignor Luigi Aquilini                           

 Musica di Camillo Berardi

 

 O Amatrice, patria mia diletta,                            

 tu che grandeggi per le glorie avìte,                   

 deh! Ora ascolta quel che il cuor mi detta!           

 Voi tutti amici miei udite udite!

 

                Cara chiesetta amena della Croce!

                Domini solitaria sull'altura

                ove il pastor con l'eco della voce

                invita il gregge suo alla pastura.

 

 De la Matrice Tu sei la vedetta!

 Dacci tu, sempre, segnali d'amore!

 O Croce santa ovunque benedetta

 a Te sia lode, gloria e tanto onore!

 

                Non conoscesti Giotto, né il gran Santo,

                ma i natali desti a un grande artista

                che a la Matrice donò lustro e vanto

                di Roma andando pure a la conquista!

 

 Nicola Filotesio e poi Cappelli

 esaltaron la terra amatriciana

 affascinati dal pittor Crivelli

 poi che lasciò la patria veneziana!

 

                Un cappuccino vedesti poi santo:

                fu dal sultan dei turchi al gancio appeso!

                Lo liberò il Signor come d'incanto

                Sì da tornare ad Amatrice illeso!

 

 La pastorella giù tra i boschi in fretta

 Raduna il gregge incontro alla collina

 ignara del mister che già l'aspetta;

 attratta dal fulgor la fronte china!

 

                Tra lo stupor dei dodici estasiati

                ascende Cristo al cielo, vera luce;

                qui sulla terra come figli amati

                per man sua Madre ancora ci conduce!

 

 Per voi difesi dalle antiche mura

 ora propongo una meta ardita:

"Amate il cielo azzurro e l'aria pura,

cercate di salir tutta la vita!"

 

AMATRICE PATRIA MIA DILETTA

 
 Versi di Monsignor Luigi Aquilini                           

 Musica di Camillo Berardi

 

 O Amatrice, patria mia diletta,                           

 tu che grandeggi per le glorie avìte,                   

 deh! Ora ascolta quel che il cuor mi detta!           

 Voi tutti amici miei udite udite!                           
Le glorie di Amatrice

 

                Cara chiesetta amena della Croce!

                Domini solitaria sull'altura

                ove il pastor con l'eco della voce                

                invita il gregge suo alla pastura.

 

 De la Matrice Tu sei la vedetta!

 Dacci tu, sempre, segnali d'amore!

 O Croce santa ovunque benedetta

 a Te sia lode, gloria e tanto onore!

 

             Non conoscesti Giotto, né il gran Santo,           
Pittore Cola Filotesio

                ma i natali desti a un grande artista

                che a la Matrice donò lustro e vanto

                di Roma andando pure a la conquista!

 

 Nicola Filotesio e poi Cappelli                              
Pittore Dionisio Cappelli

 esaltaron la terra amatriciana

 affascinati dal pittor Crivelli                                  
Pittore  Carlo Crivelli

 poi che lasciò la patria veneziana!

 

                Un cappuccino vedesti poi santo:            
S. Giuseppe da Leonessa

               fu dal sultan dei turchi al gancio appeso!

               Lo liberò il Signor come d'incanto

               Sì da tornare ad Amatrice illeso!

 

 La pastorella giù tra i boschi in fretta    
Chiara Valente - Santuario di Filetta

 Raduna il gregge incontro alla collina

 ignara del mister che già l'aspetta;

 attratta dal fulgor la fronte china!

 

  Tra lo stupor dei dodici estasiati                      
Pittore  Pier Paolo da Fermo 

               ascende Cristo al cielo, vera luce;

               qui sulla terra come figli amati

               per man sua Madre ancora ci conduce!

 

 Per voi difesi dalle antiche mura

 ora propongo una meta ardita:

"Amate il cielo azzurro e l'aria pura,

cercate di salir tutta la vita!"


     Non si può passare sotto silenzio che il 20 agosto 2016, soltanto 4 giorni prima del terribile sisma, nel borgo di Amatrice è stata festeggiata la “Notte Aquilana” dedicata alla città di L’Aquila per mantenere vivo “Un legame mai spezzato” e sempre condiviso.

    Il ricco programma di manifestazioni ed eventi, animato da numerosi gruppi musicali aquilani, è stato aperto dalla “Conversazione storica” del  Prof. Raffaele Colapietra sul legame tra le due città, seguita dall’intervento del Dott. Vincenzo Vittorini, fondatore  della Fondazione “6 aprile 2009”, che a nome dei familiari delle vittime del terremoto del 2009, ha trattato l’argomento “Verità e giustizia per la strage dell’Aquila”, raccontando la tragica esperienza personale, quello  che accadde e come è L’Aquila oggi a sette anni dalla tragedia.   


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo