Un premio alla memoria : Pasquale Scarpitti

 

 

 

- di Gianfranco Giustizieri - Che dire? Leggere, da parte della famiglia di Pasquale Scarpitti, di aver dato un contributo (piccolo in verità) al Conferimento di un Premio Speciale “Alla memoria” dello scrittore abruzzese nella V edizione del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” mi riempie di felicità e di orgoglio. Infatti  Pasquale Scarpitti verrà ricordato il prossimo 6 novembre nella città di Jesi durante una manifestazione  patrocinata dalla Regione Marche, dalla Provincia di Ancona e dal Comune di Jesi ed organizzata dall’Associazione Culturale “Euterpe” e dalla Scuola Musicale “G. B. Pergolesi”.
   L’evento mi ha colto di sorpresa, non per il valore del Poeta il cui tempo di scrittura ha avuto numerosi riconoscimenti in Italia, ma per quel “Alla memoria” pervenuto da fuori della regione natia e che suscita riflessioni su come la propria terra dimentica spesso i figli più illustri. Succede per Pasquale Scarpitti, succede per Laudomia Bonanni (ci torneremo in seguito), succede per Mario Pomilio, succede per Nicola Moscardelli e per tanti altri ancora.
   Amo il poeta castellano (Castel di Sangro 1923 – Pescara 1973) che ha avuto l’attenzione delle migliori intelligenze italiane e non solo: Rafael Alberti, Ignazio Silone, Ennio Flaiano, i fratelli Cascella, Leonardo Sciascia, Franco Summa, Renato Minore, solo per citarne alcuni e tanti sono fuori da questo breve elenco. Fortemente apprezzato e tanto dimenticato da spingere la casa editrice Carabba di Lanciano a pubblicare nel 2012 un libro, a cura dello scrivente, per il superamento di quella damnatio memoriae a cui si è fatto cenno (All’Abruzzo con…affetto. Itinerari di memoria e di speranza nell’opera di Pasquale Scarpitti).
   Un itinerario di memoria per abbattere il muro del tempo, di speranza per germinare meritati rientri di fronte alle nuove generazioni.
  Capo redattore alla Rai di Pescara, autore di quattro sillogi, alcuni poemetti, numerosi articoli e racconti sparsi su quotidiani e riviste nazionali, scritti in libri di miscellanea, 490 tra servizi radiofonici ed inchieste trasmessi dalla sede regionale Rai di Pescara e dalle reti nazionali, una cospicua eredità lasciata di oltre 100 poesie  inedite e il monumentale Discanto che dovrebbe essere presente in ogni biblioteca, questo, in breve, il lascito letterario di Pasquale Scarpitti.
   Inoltre i premi: “Matese, 1952”, “Marsica, 1954”, il “Lauro Ugolini, 1954” a Palermo, “Città di Reggio Calabria, 1955”, “Fonte Gaia, 1955” a Siena, “Quinta Settimana Marsicana, 1955”, “Premio di Poesia di Vado Ligure, 1957”, “La nostra Rai, 1960”, “Dieci poeti da salvare, 1968”, “La Madia d’Oro, 1969” dell’Aquila, fino al prestigioso premio alla memoria “Gian Gaspare Napolitano” patrocinato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e assegnato nel 1975 nel corso di una cerimonia solenne nel salone degli Orazi e Curiazi del Campidoglio a Roma.
   Tutte motivazioni che ben testimoniano l’ulteriore e illustre riconoscimento che la città di Jesi si appresta a dare.
   Ma questa breve nota non può chiudersi senza un  tirar fuori dallo scrigno una sua poesia, senza dare un piccolo esempio di valore di una poetica senza tempo:
   «Un tempo muove senza più memoria/e tu mi chiedi, dolce amica, il segno/che ci porti un ricordo./Mite la sera scioglie dai pensieri/quelle stagioni avare:/un lento smemorare è il mio passato./Nuova la luna fuori già declina./ La tua voce si perde come gesto/sfiorato dalla notte non più chiara.».
(Un tempo muove senza più memoria, dalla silloge Canzone del sud).


                                                                                   

 



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