I sindaci di Montereale, Campotosto e Capitignano: pochi crolli, ma la gente ha paura

 

 

 «La gente ha paura e dorme in macchina. Anche chi ha la casa agibile». Il sindaco di Campostosto, Luigi Cannavicci, non sa più cosa rispondere ai suoi concittadini. Lo stesso a Capitignano: anche qui il sentimento prevalente fra la popolazione, come sottolinea il primo cittadino Maurizio Pelosi, è la paura. In entrambi i Comuni, tra i più vicini nell’Aquilano agli epicentri dei terremoti che dal 24 agosto stanno devastando le regioni del centro Italia, la situazione è decisamente peggiorata, dopo la scossa di domenica mattina. Ed è difficile anche fare la conta degli sfollati. «Non ci sono stati grossi crolli, solo qualche comignolo», spiega il sindaco di Camposto, «ma le persone stanno in strada. Al momento non so dire quanti siano realmente coloro che hanno la casa inagibile. Le verifiche sulle abitazioni, iniziate dopo il sisma del 24 agosto, erano arrivate al 70% delle richieste, ma ora sono state interrotte. Sarebbero inutili, con la terra che continua a muoversi. Si dovrà ricominciare da capo, visto che le case inizialmente classificate A potrebbero essere diventate nel frattempo inagibili. Sono seriamente preoccupato: la gente preferisce dormire in macchina. E stiamo parlando anche di anziani e bambini». Campotosto è un Comune di circa 500 abitanti, conosciuto per l’omonimo lago artificiale e la sua diga, e il territorio ricade sulla faglia sismica dei Monti della Laga, ritenuta attiva dai sismologi. È uno dei centri più elevati dell’Appennino e sconta un clima tipicamente montano. «Qui fa freddo. E non abbiamo neanche strutture adeguate», aggiunge il sindaco Cannavicci, «dove ospitare un gran numero di sfollati. Non sono state installate, dopo il terremoto del 2009, proprio perché non avrebbero retto alla neve. Non ho gli strumenti per rispondere alle richieste di aiuto». A Capitignano gli sfollati sono un centinaio, su circa 700 residenti: «Ma le case dichiarate inagibili sono di più», dichiara il sindaco Pelosi, «e c’è stato un peggioramento evidente dei danni, soprattutto sulle chiese. Sto firmando ordinanze per istituire altre zone rosse e dovrebbero essere chiuse alcune strade principali. Siamo dotati di una struttura polivalente, dove attualmente vengono a dormire fra le 90 e le 100 persone. Viene anche chi ha la casa agibile. Ma non possiamo dire di no a chi ha paura. Finora era stato evaso il 60% delle verifiche sugli immobili. Nonostante il Cor Abruzzo sia in contatto con il nostro e i comuni limitrofi la situazione non è più sostenibile». A San Gregorio i residenti chiedono chiarezza e almeno una tenda per dormire sicuri; a Tempera è staa allestita una struttura di accoglienza con tanto di brandine.
- da Il Centro -

 



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