L'ultima miniera: Nuraxi Figus può sopravvivere per cercare la materia oscura al Gran Sasso

- da Repubblica.it -

L'ascensore scende a cinquecento metri di profondità in una manciata di minuti. È veloce, sembra quasi precipitare. Nella gabbia metallica le lampade frontali agganciate ai caschi saettano sugli occhi dei minatori e sulle pareti di roccia scura. Gli sguardi seri di sempre. Dopo le chiacchiere in superficie ai piedi del "castello" di lamiera gialla, ora nella discesa regna il silenzio delle voci, un rito laico che si è ripetuto immutato per oltre un secolo in queste cattedrali della civiltà industriale. Uomini che scendono nelle viscere della terra per lavorare.

L'ascensore finisce il suo viaggio verticale dove inizia il labirinto di trenta chilometri di gallerie scavate nel carbone. L'ultima miniera italiana, a Nuraxi Figus nel Sulcis, si fermerà definitivamente tra due anni, come deciso dall'Unione europea che ha fatto i conti con l'evoluzione delle fonti energetiche e con le riserve di carbone disponibili. E insieme alla miniera sarà chiuso il "buco nero" che a partire dal secondo dopoguerra ha inghiottito montagne di soldi pubblici e i sogni di benessere di un intero territorio. Ma Nuraxi Figus non sarà "tombata", dicono nel loro gergo i minatori come pronunciando una bestemmia. Proverà a trasformarsi, a diventare qualcos'altro. Cercherà di sopravvivere a se stessa e all'epopea leggendaria di questo fazzoletto di terra sarda, ricamato da decine e decine di vecchie miniere ormai chiuse.

Sulcis, un futuro possibile per l'ultima miniera

È il patto, o forse sarebbe più giusto chiamarla scommessa, tra chi si cala nelle profondità del pianeta. Carbosulcis, l'azienda della Regione Sardegna proprietaria della miniera, e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che in uno dei 4 pozzi principali del giacimento (a Seruci) realizzeranno il "Progetto Aria": l'installazione di una torre pilota che "infilata" in 400 metri di profondità dovrà consentire la separazione delle componenti fondamentali dell'aria.

Come l'argon- 40 essenziale alla ricerca della materia oscura portata avanti dall'Infn nei laboratori sotto il Gran Sasso, o come l'ossigeno-18 e il carbonio-13 utilizzati nello screening medico e nelle tecniche diagnostiche per la lotta al tumore.
"A ben vedere con l'Istituto ci accomuna questa discesa nel sottosuolo - spiega l'amministratore unico della Carbosulcis, Antonio Martini - . Loro ci vanno per sfuggire i raggi cosmici, noi ci siamo sempre andati per estrarre qualcosa". E dopo Nuraxi Figus, gli scienziati del Gran Sasso si caleranno forse anche nella miniera inattiva di Lula, in provincia di Nuoro, dove nel silenzio assoluto si può ascoltare il respiro della terra e si possono studiare le onde gravitazionali.

Nelle gallerie e nei pozzi di Nuraxi Figus, invece, oggi non c'è il silenzio assoluto. Circa 170 minatori, distribuiti su vari turni, ancora lavorano all'estrazione del carbone. Niente a che vedere con l'epoca d'oro delle miniere del Sulcis, quando nell'impianto i minatori erano un migliaio e si produceva oltre un milione di tonnellate all'anno. Ma comunque l'avamposto residuo di un mondo destinato a scomparire. Ingegneri minerari (che in realtà ora in Italia si chiamano ingegneri ambientali, perché la facoltà di ingegneria mineraria non esiste più), periti tecnici, operai.

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo