Cavalli nella chiesa di Campo Imperatore Doppia condanna impugnata

 

 

 

Trovarono riparo nella chiesetta di Madonna della Neve, a Campo Imperatore, in una notte tempestosa, dopo essersi persi a causa della bufera mentre erano in sella ai loro cavalli. Anche gli animali, tre in tutto, entrarono nel luogo di culto lasciandovi escrementi e danneggiando il pavimento. I due escursionisti svizzeri, la 55enne Gabriele Reutimann e il 69enne Felix Rudolf Muntwiler, furono denunciati dal parroco don Vito Isacchi e di recente sono stati condannati per danneggiamento a dieci mesi di arresto (con i benefìci di legge) e assolti dall’accusa di offese alla religione mediante vilipendio di cose. Ora l’avvocato dei due imputati, Massimo Carosi, ha proposto ricorso in appello sostenendo che non vi fu alcun danneggiamento e che non vi era alcun luogo alternativo dove ricoverare gli animali. A supporto di questa tesi nel ricorso sono esibite alcune testimonianze. In particolare Anna Laura Santana Costa, Paolo Pecilli, Nicola Napoleone, Nicola Colangelo hanno sostenuto che gli imputati aderirono al loro invito di portare via gli animali e di ripulire la chiesa, realizzata nel 1934 e benedetta nel 1993 da Papa Wojtyla, dopo la ristrutturazione dell’anno prima. Inoltre il veterinario Massimo Ciuffetelli, ha dichiarato che gli animali, nelle condizioni atmosferiche di quell’epoca e dopo lo sforzo fatto, avrebbero corso il rischio di morire se non fossero stati ricoverati. Per escludere il reato di danneggiamento l’avvocato Carosi sostiene che l’unico a sostenere il danno è don Isacchi. «Ben lungi dal voler tacciare di mendacio il sacerdote», scrive il legale nella memoria, «deve tuttavia ragionevolmente ritenersi che la sua presenza in Campo Imperatore sia stata sempre occasionale, sicché egli assai probabilmente vi si recò subito dopo i fatti per un sopralluogo ma non è certa la sua presenza costante sul posto. Con la conseguenza che la chiesuola è sempre aperta e non può escludersi che i danni al pavimento possano essere stati arrecati da altri con modalità plausibili dato il luogo: si pensi agli scarponi chiodati utilizzati da molti montanari che colà si soffermano». Inoltre gli accusati, dopo avere riparato il danno con 600 euro, si sono scusati con il prete che li ha denunciati dicendo che volevano solo salvare gli animali. Essi hanno anche inviato una lettera al sacerdote. «Ringraziamo il buon Dio», si legge in un passo della lettera, «per aver permesso ai nostri cavalli di proteggersi dal vento, pioggia e freddo nella sua dimora. Siamo sicuri che anche il buon Gesù abbia chiuso un occhio sul nostro modo di agire essendo anche lui nato in una stalla tra animali. Non abbiamo creato nessun danno. Abbiamo lasciato tutto pulito, riconoscenti per questo riparo. Chiediamo perdono a tutti i fedeli della comunità visto che non era nostra intenzione di offenderli e ferirli nella loro fede. Ci teniamo a sottolineare che anche noi siamo credenti e praticanti». Nell’escludere il dolo, Carosi aggiunge che «l’introduzione di animali in luoghi sacri era “moneta corrente” e lo è anche tuttora: si pensi alla benedizione dei “berberi” in chiesa in occasione del palio di Siena e le deiezioni animali, in tale contesto, sono considerare segno di buona sorte».

di Giampiero Giancarli - da Il Centro -


 



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