La Cisl: addetti ai cantieri dequalificati

 

 

 

«Nel sistema della ricostruzione post-sisma si evidenziano delle incongruenze che vanno sanate. Siamo di fronte a un fenomeno in crescita, in provincia dell’Aquila: la dequalificazione professionale, contrattuale e retributiva dei lavoratori impegnati nei cantieri edili». Il segretario generale Cisl della provincia dell’Aquila, Paolo Sangermano, lancia l’allarme sulla gestione della ricostruzione e sugli effetti che la stessa ha sulle imprese locali. «Registriamo», dice Sangermano, «una crescente dequalificazione della manodopera impiegata nei lavori post-sisma, sia dal punto di vista professionale che retributivo, con grave danno per le prestazioni aggiuntive erogate dal sistema delle casse edili locali. Altro nodo da sciogliere, evidenziato anche dall’Ance, è quello relativo allo scarso coinvolgimento delle ditte locali, a tutto vantaggio di grandi gruppi che arrivano da fuori cratere e da fuori Regione, che nell’immediatezza dell’emergenza hanno fatto man bassa di lavori finendo, poi, in concordato e mettendo in crisi subappaltatori e fornitori». «A questo», denuncia la Cisl, «si aggiunge la sostituzione di manodopera effettuata da alcune imprese, con il licenziamento dei dipendenti diretti a favore dell’utilizzo di cottimisti e subappaltatori che provengono da altre zone, mettendo fuori gioco i lavoratori locali».


 



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