UNA QUESTIONE DI COSCIENZA...

 

 

 

- di Emanuela Medoro - Nata nella guerra, cresciuta nella cultura dei valori occidentali di libertà, uguaglianza e fraternità, di accettazione del diverso, sento il dovere morale di condividere idealmente i numerosi movimenti di resistenza che dilagano negli USA, unendo tutta la gente che Trump ha offeso e insultato da quando dichiarò la sua candidatura per la Casa Bianca. Condivido anche il movimento che sostiene la necessità di far eleggere il Presidente degli Stati Uniti direttamente dal voto popolare, anziché dai grandi elettori che rappresentano gli stati piuttosto che la popolazione. Ha offeso troppo, troppi, per cui questa volta il motto Right or Wrong, my President per me vale un po’ meno delle altre volte.
Donald Trump vuole prosciugare la palude, repubblicani e arrivisti di ogni genere si restringono intorno a lui per realizzare il programma.  Il prosciugamento è temuto da molti. Chi ha paura di Donald Trump?
Il pianeta, ambientalisti e verdi. Trump riapre miniere di carbone e incoraggia tutto ciò che c’è più inquinante.  I neri, in programma grande manifestazione del Ku Klux Klan, gli incappucciati bianchi frustrati da quattro meticci alla Casa Bianca per ben otto anni. Gli ispanici non in regola con i documenti, rischiano anche gli imprenditori cui vengono meno risorse umane a costi bassissimi, non sostituibili da robot.  25 milioni di americani che con l’Obamacare per la prima volta hanno usufruito dell’assicurazione malattia. I musulmani, tutti, perché potenzialmente infetti dal terrorismo jihadista, e altri non-cristiani, in genere. Gli ebrei, un suprematista bianco neo nazista, di cui volutamente taccio il nome, è oggi Senior Advisor alla Casa Bianca. Donne, con una battutaccia irriferibile Trump ha sdoganato lo stupro.
Il Partito Democratico pubblica un manifesto per un futuro New Democratic Party. Chiede le dimissioni degli sconfitti, cerca gente coraggiosa, decisa e studia strategie per la ricostruzione del partito. Chiede alle comunità di base di difendere quelli elencati sopra, in tutti i modi possibili. Salverei da questo processo di rinnovamento Elisabeth Warren detta Pocahontas da Trump. Al termine dei sessant’anni, ha il dono di scaldare i cuori, la passione per le idee e il carisma del leader. Bionda, ma scorre nelle sue vene anche sangue Cherokee.  Può essere utile per aiutare i giovani e formare la nuova classe dirigente del partito. Non salverei Bernie Sanders, sebbene abbia passione politica e faccia delle giustissime considerazioni sulle eccessive differenze di reddito e impoverimento della classe media. Si dichiara socialista, parola tabù negli USA.
Chi è contento di Trump alla Casa Bianca? I dimenticati dalla sinistra elitaria e colta, le classi medie impoverite dalla globalizzazione e dislocazione delle fabbriche. A tutti questi auguro un futuro prossimo ricco e prospero. 


 



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