I ragazzi dell'Alberghiero alla scalinata di San Bernardino per una scuola Sicura

 

 

“Scuola inagibile, non ti vogliamo!” è stato lo slogan più urlato ieri mattina dagli studenti dell’istituto Da Vinci che hanno invaso, intorno alle 10, la scalinata di piazza San Bernardino per protestare per una ricostruzione della loro scuola che non parte mai. Decine di ragazzi sono partiti in corteo ieri alle 8 dal piazzale dell’Alberghiero per fermarsi – non senza disagi per il traffico cittadino – a piazza San Bernardino e sistemarsi sulla scalinata che è sempre stata un luogo d’incontro per gli studenti aquilani di tutte le generazioni. Megafoni alla mano e cappellini svolazzanti in aria per fare scena, sono saliti su alcune loggette per urlare i loro slogan e farsi sentire da quelle istituzioni che dovrebbero garantire una scuola normale. Ma all’Aquila la normalità è ancora lontana, vista la ricostruzione double face che vede i cantieri privati procedere spediti mentre quelli pubblici (quindi anche le scuole) restano al palo. Ancora in alto mare ad esempio la ricostruzione della palazzina dell’istituto Da Vinci (esiste soltanto il progetto di messa in sicurezza, tra l’altro mai eseguito) che fino al 2009 ospitava 23 aule e centinaia di studenti. Quella palazzina è inutilizzata da allora, ma per transennarla e metterla in sicurezza con l’intervento dei vigili del fuoco, c’è voluto il terremoto del 30 ottobre che ha colpito l’area di Norcia e la conseguente ordinanza di chiusura immediata dei laboratori dell’istituto, costantemente minacciati dall’edificio inagibile. La messa in sicurezza è stata avviata soltanto tre giorni fa, sinora nemmeno un puntello o una transenna a delimitare l’area pericolosa. «La scuola c’è, i laboratori ci sono, gli studenti aumentano eppure la palazzina sta ancora lì come un cancro», aveva commentato la preside Serenella Ottaviano qualche giorno fa. Ora che è stata messa in sicurezza gli studenti possono tornare a usare i laboratori di cucina, di sala, di manutenzione, di elettrotecnica. Ma non basta. I ragazzi dell’Alberghiero vogliono che quell’edificio venga eliminato. «Noi abbiamo protestato più volte per chiedere alla Provincia di abbattere l’edificio e ricostruirlo da capo», dice Nicole Pace, che sceglie le parole più determinate che conosce per fare capire che i ragazzi dell’Alberghiero sono stanchi della precarietà. Anche lei ieri ha animato con un megafono in mano la protesta degli studenti. «È vero che la palazzina è stata messa in sicurezza», spiega la ragazza, «ma non ci sentiamo sicuri lo stesso lì dentro. Ci avevano promesso che l’avrebbero abbattuta, ma così non è stato e noi siamo stanchi di questa continua sensazione di pericolo». Da sette anni gli studenti del Da Vinci fanno lezione nel musp di fronte alla palazzina “incriminata”, il più grande musp dell’Aquila con i suoi due piani, perché deve ospitare 745 studenti, un numero che dal 2009 a oggi è raddoppiato: le aule oggi sono più di 40. «Abbiamo bisogno di usare i laboratori», insiste Nicole, «perché quando usciremo da qui dobbiamo saper lavorare, ma non ci sentiamo più sicuri a stare là dentro”. «Protestiamo per la ricostruzione della nostra scuola», dice lo studente Edoardo Spaziani, che ricorda i costi della manutenzione annuale svolta sul musp: «Soldi spesi inutilmente». Affianco agli studenti ieri mattina anche alcune mamme del Comitato dei genitori che è nato proprio per difendere una “scuola sicura”. «Questi studenti hanno bisogno di una grossa mano da parte nostra», dice Ida Canocchi, «L’Aquila sta affrontando un post-sisma che dura da troppo tempo, chiediamo sicurezza per i nostri ragazzi che hanno diritto di prepararsi al meglio per affrontare il mondo del lavoro». Intanto, grazie alla messa in sicurezza dell’edificio inagibile, lunedì 20 i laboratori torneranno fruibili.

di Marianna Gianforte - da Il Centro -


 

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