Corpo Forestale del Gran Sasso: con l'emergenza neve... si balla coi lupi!

Discariche incontrollate, sversamenti illegali, inquinamento delle falde acquifere, distruzione e deturpamento delle bellezze naturali, incendi e abusivismo edilizio: queste alcune delle attività che impegnano il personale della Forestale in tutte le sue articolazioni territoriali, dai comandi stazione ai nuclei investigativi specializzati.

Inoltre è preposto alla sorveglianza dei Parchi, delle Aree Naturali Protette e delle 130 Riserve Naturali dello Stato, dove svolge progetti di ricerca e conservazione ambientale. Prismanews ha incontrato Angelo Marino di Vitantonio, Comandante della Stazione del Corpo Forestale dello Stato operante sul Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, per conoscere più in dettaglio le loro specifiche competenze in questo periodo di nevicate abbondanti che hanno investito l’Abruzzo.

 

Comandante, quali sono le vostre specifiche competenze sul Gran Sasso e Monti della Laga?
“Le attività che ci impegnano sono molteplici. Fondamentalmente ci occupiamo del servizio di prevenzione e previsione del pericolo valanghe in collaborazione con le Truppe Alpine e con il Servizio Meteo dell’Aeronautica Militare. Questo monitoraggio, unito all’elaborazione e ai dati acquisiti, consente la pubblicazione quotidiana di un bollettino nazionale - "Meteomont" - di allerta neve e rischio valanghe; in questo modo, chi ha intenzione di avventurarsi in montagna per sciare o per semplici escursioni, conosce in anticipo lo stato di sicurezza della zona montana. Oltre tre milioni di persone visitano quotidianamente il nostro sito per affrontare la montagna in maggiore tranquillità. Persino gli operatori degli impianti sciistici decidono l’apertura o la chiusura di un impianto in base al nostro bollettino che opera 24 ore su 24”.

In cosa vi ha maggiormente occupati l’abbondante nevicata di questo periodo? “Oltre al bollettino di cui dicevo sopra, la nevicata abbondante ci ha visti impegnati maggiormente sulla situazione stradale, con il continuo monitoraggio dello stato di percorribilità delle strade e i conseguenti provvedimenti da adottare: come lo spargimento di sale, la rimozione di alberi caduti o massi franati in strada. Anche per questa emergenza emettiamo il bollettino Nevomont, attivo anch’esso 24 ore su 24, che consente a chi lo consulta, di evitare incidenti per ghiaccio o per strade dissestate a causa del maltempo”.

Avete avuto un sovraccarico di lavoro dopo il terremoto del 2009? “Come Corpo Forestale dello Stato siamo stati inviati all’Aquila immediatamente dopo la scossa del 6 aprile 2009. Abbiamo prestato opera di soccorso con accertamenti nelle case franate per verificare se ci fossero persone ferite che chiedevano aiuto. Abbiamo aperto forzatamente, buttato giù porte di case che erano bloccate per la scossa sismica per vedere se c’erano persone ancora in vita da poter salvare. Abbiamo estratto una signora che era rimasta nel suo letto, ma era schiacciata da ben due solai che le erano crollati addosso: ancora oggi ci fa piacere ricordare che l’abbiamo estratta viva da quella catastrofe e lei, nonostante avesse il braccio rotto, in quei momenti continuava ad abbracciarci e ringraziarci. Nei giorni successivi il terremoto inoltre, siamo stati occupati nel servizio anti-sciacallaggio, monitorando notte e giorno questo esecrabile fenomeno. Con un risultato che ci ha dato soddisfazione perché chi è stato vittima di questi vili atti di furto, o è stato indennizzato o ha ritrovato i propri oggetti”.

Quale altra attività vi vede impegnati in questo specifico angolo d’Abruzzo? “La zona dove operiamo si trova all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, e per conto dell’Ente Parco, svolgiamo un monitoraggio continuo su tutto il territorio. Ad esempio: come noto il Parco ospita numerose specie faunistiche esclusive di quest’area, oltre agli animali più rappresentativi come il lupo, il camoscio d’Abruzzo, l’orso e l’aquila reale: ospiti indiscussi di questo posto dalla natura primordiale e selvaggia. Il camoscio, per esempio, era a rischio estinzione, ma nel 1992 abbiamo rinfoltito il gruppo con 30 esemplari: così ad oggi, si contano 291 camosci presenti nel Parco e 400 stimati”.

E il lupo? E’ davvero così temibile e terribile? “Assolutamente no: per sua natura il lupo è un magnifico animale di natura schiva e timorosa anche se l’istinto di sopravvivenza lo porta ovviamente ad evitare il contatto con l’uomo. Ci capita spesso di incontrarne e di poterli osservare: in quei casi l’importante è non modificare in nessun modo i comportamenti: se si sta camminando si deve continuare a camminare, se si è in macchina bisogna proseguire come se lui non ci fosse. Il lupo è anche intelligente e acuto, degno ospite di un habitat faunistico unico e speciale com’è questo territorio. Tuttavia siamo anche tenuti a verificare accertamenti per i danni che il lupo può provocare, come i danni alle greggi. Ma per difenderlo nel suo stesso ambiente, contrastiamo fortemente il fenomeno del bracconaggio a tutela di questo magnifico abitante delle montagne d’Abruzzo”.



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