Morì nello schianto nei pressi di Civita di Bagno, chiesto un milione

 

 

 

Alla fine dell’agosto di due anni fa il noto avvocato Giuseppe Di Ramio morì a soli 46 anni in uno scontro lungo la strada regionale 5 bis nei pressi di Civita di Bagno. Nello scontro rimase gravemente ferito un cittadino romeno unico indagato per omicidio colposo. Questi, assistito dall’avvocato Maria Teresa Di Rocco, fu scagionato in sede penale da gip e pm. Ora, però, la tragedia si sposta in sede civile con una maxi richiesta di risarcimento presentata davanti al tribunale civile aquilano dall’avvocato del Foro di Avezzano, Berardino Terra. «Secondo un’elaborata e dettagliata ricostruzione dei fatti», dice Terra, «e della cinematica dell’incidente del consulente dei Di Ramio, l’ingegnere Alghero Vincenti, è stato possibile accertare che l’avvocato Di Ramio, dopo aver notato la macchina che procedeva in direzione opposta, pur eseguendo una manovra di “schivamento” cercando di recuperare la propria corsia, non riuscì a evitare la collisione con la Polo. Nello specifico il conducente di quella macchina, anzichè rallentare e guadagnare la destra rigorosa, eseguì un’anomala quanto immotivata manovra di deviazione che lo portò a collidere contro un cordolo di cemento. L’impatto con il succitato manufatto ha causato un’oscillazione con carambola a sinistra della Polo e successivo impatto, nei pressi del centro strada, con la Smart che era in fase di rientro nella propria corsia». «I familiari del giovane avvocato deceduto», dice ancora Terra, «cercheranno di dimostrare che, qualora il romeno avesse viaggiato a una velocità più prudenziale in considerazione delle condizioni della strada e senza la sua intossicazione alcolica, lo scontro si sarebbe potuto evitare e ciò a comprova di un evidente concorso di colpa del romeno». A seguito dell’incidente venne aperta un’inchiesta che fu subito archiviata ma, secondo Terra, senza alcun accertamento peritale. L’avvocato, al riguardo, ritiene che ci sarà nei prossimi giorni anche una nuova denuncia per la riapertura delle indagini penali che sarebbe clamorosa. La morte di Di Ramio gettò sconforto tra i tanti che lo conoscevano e non solo all’Aquila. Era molto noto anche a San Benedetto del Tronto, dove spesso viveva e dove rappresentava un personaggio molto noto anche negli ambienti della movida. Enorme fu la folla che presenziò al funerale nella chiesa parrocchiale di San Pio X al Torrione.
di Giampiero Giancarli - da Il Centro -


 



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