Casa del sesso indicata con il tricolore

 

 

 

Spunta una casa d’appuntamenti in centro storico. La segnalazione è arrivata da alcuni residenti di via Pasquale Colagrande, una traversa di viale Crispi, zona Villa comunale, i quali sono stufi di questa situazione. Ora è stata aperta un’inchiesta da parte della sezione di Pg della polizia di Stato presso la Procura, coordinata da Mauro Pansini e dalla Mobile. La casa a luci rosse, dunque, si trova in un condominio con una decina di appartamenti e dalle segnalazioni dei residenti si è anche appreso che gli organizzatori del giro avevano pensato a issare una bandiera tricolore sul cancelletto del terrazzino dell’appartamento dove si faceva prostituzione: lo scopo era quello di agevolare la clientela a individuare la casa giusta. Un caso unico per singolarità a fronte di tante case d’appuntamento aperte e poi smantellate negli ultimi anni all’Aquila. La bandiera è stata issata probabilmente per evitare delle situazioni spiacevoli che si erano verificate più di una volta: i clienti delle lucciole (raccattati tramite inserzioni fatte su quotidiani e siti), sbagliando, suonavano ai campanelli di altre abitazioni con tutto il disagio che questo poteva provocare. Non solo fastidio, ma anche preoccupazione in quanto l’attività di prostituzione si svolgeva soprattutto nelle ore notturne. Questo stato di cose non poteva essere tollerato a lungo per cui, dopo qualche segnalazione anonima senza conseguenze, alla fine è stato presentato un esposto più o meno dettagliato che ha attivato le indagini di polizia giudiziaria. Una segnalazione che non è arrivata subito, anche per il comprensibile timore di ritorsioni. Al momento, secondo quanto si è appreso, sono indagati per sfruttamento della prostituzione due stranieri, i quali sarebbero gli organizzatori della casa di appuntamento per il reclutamento delle ragazze (che si trattenevano pochi giorni cambiando spesso città) e della ricerca della clientela. Sotto inchiesta anche colui che ha affittato l’appartamento. Si tratta di un soggetto che vive a Roma, ma che potrebbe alla lunga anche essere scagionato dimostrando di non essere consapevole di quello che avveniva in quella casa. Nel 2014 l’ultimo caso simile. La polizia chiuse una casa di appuntamenti dove prostitute e transessuali si erano avvicendati per quasi due anni. L’appartamento si trovava a piazza d’Armi ed era usato per favorire la prostituzione di numerose persone straniere, sia donne che transessuali, di nazionalità brasiliana, colombiana e venezuelana, che si avvicendavano all’interno dell appartamento, concesso loro in locazione. Anche lì il traffico di gente perlomeno equivoca provocò doglianze da parte dei residenti.

 di Giampiero Giancarli - da Il Centro -
 



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