Polvere di stelle sotto il Gran Sasso: la Terra è nata così

 

 

Da dove viene ciò che vediamo nell'universo? Da che cosa ha origine la nostra esistenza, quella della Terra e delle sue forme viventi? Domande affascinanti e complesse a cui la risposta più "alta" è: Dio. O forse, semplicemente, un "Dio natura", quel complesso di regole e forze che rendono possibile un meccanismo perfetto come l'uomo e l'universo. Complessità a cui si cerca di dare una risposta con Luna, acronimo che sta per "Laboratory for underground nuclear astrophysics", l'unico acceleratore al mondo ad essere installato in un laboratorio sotterraneo schermato dai raggi cosmici, che "indaga" il cuore delle stelle da 25 anni. Dalla pancia della Terra - i laboratori di Fisica nucleare posti sotto 1.400 di roccia del Gran Sasso - al lontanissimo universo, dove l'acceleratore Luna – 45 ricercatori fra 14 istituti maggiormente italiani, più un gruppo ungherese, uno in Germania e uno nel Regno Unito – studia le reazioni di fusione termonucleare che avvengono dentro le stelle dove, da miliardi di anni, sono prodotti gli elementi che compongono la materia. Ora Luna «viaggia verso la seconda fase, “Luna Mv”», spiega il responsabile, il ricercatore Paolo Prati, docente dell'università di Genova, che ieri ha descritto l'esperimento nell'auditorium "Fermi" dei laboratori di fisica di Assergi. Con lui un parterre di scienziati come la ricercatrice e docente dell'università di Edimburgo Marialuisa Aliotta, il presidente dei Infn Fernando Ferroni, il direttore dei laboratori Stefano Ragazzi, il rettore del Gssi Eugenio Coccia e la rettrice dell'ateneo aquilano Paola Inverardi. Qui la roccia protegge l'acceleratore, in modo da poter "ascoltare", isolandole, le reazioni di fusione, esattamente come se si volesse carpire il cinguettio di un uccello nel mezzo di uno stadio che esulta per un goal. Un gruppo di scienziati astronomi, nucleari e astrofisici nel 1957 dette inizio all'astrofisica nucleare ipotizzando, per la prima volta, che tutto nascesse dalle stelle. O meglio: dentro le stelle. Sappiamo che l'universo ha origine dal Big Bang, che produsse per lo più idrogeno ed elio, ma ci sono altri elementi che lo arricchiscono: dove e quando sono stati creati? L'astrofisica nucleare cerca di dare una risposta. A costruire l’acceleratore furono due studenti ricercatori: uno di loro, scienziato affermato, Matthias Junker, ieri era ad Assergi a raccontare il futuro dell'esperimento: con un terzo acceleratore, il più potente, che l'Italia si prepara ad accogliere sotto al Gran Sasso e dove riprodurre le reazioni di fusioni tra protoni di idrogeno che, esplodendo, danno luogo alla diffusione di elementi nell'universo, quelli che forniscono la base alla vita. In sostanza, tutto quello che oggi c'è sulla Terra, si è originato all'interno delle stelle miliardi di anni fa. “Siamo figli delle stelle", cantava Alan Sorrenti...

di Marianna Gianforte - da Il Centro -
<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/TB0faVbzF0U" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
 



Condividi

    



Commenta L'Articolo