Gran Sasso, apre la funivia ma la neve si fa attendere

 

 

 

Torna in funzione da oggi la funivia di Fonte Cerreto. Gli impianti di risalita della stazione sciistica di Campo Imperatore sono pronti, ma per l’apertura della stagione bianca bisogna aspettare la neve. Difficilmente si potrà rispettare la tradizionale data dell’8 dicembre. Se le condizioni meteorologiche cambieranno, si punta a preparare le piste per le prossime festività natalizie, quando riaprirà anche lo storico hotel di Campo Imperatore, gestito direttamente dal Centro Turistico del Gran Sasso. Ci sono già alcune prenotazioni, come conferma l’amministratore unico del Ctgs, Fulvio Vincenzo Giuliani: «Per Natale contiamo di aprire il bar e il ristorante, che saranno affidati al nostro personale. Abbiamo già qualche prenotazione e siamo in attesa delle precipitazioni nevose. Tutto è nelle mani del meteo. Non solo deve arrivare la neve», sottolinea Giuliani, «ma dobbiamo sperare che in quota non ci siamo le consuete bufere di vento, tipiche della montagna aquilana, che disperdono il manto bianco. In ogni caso, se si raggiungerà un buon innevamento, i nostri operatori si metteranno al lavoro, come fatto lo scorso anno, per preparare le piste e mantenerle nel tempo». Mentre nelle altre stazioni invernali abruzzesi, come nel comprensorio sciistico di Roccaraso e di Ovindoli Monte Magnola, sono già in funzione i cannoni sparaneve, sul Gran Sasso non possono essere programmate date e ci si affida al cielo. E sui social network si riapre il dibattito sulla possibilità e sulla volontà di dotare anche la stazione aquilana di un impianto per l’innevamento artificiale. Tanti appassionati della montagna si chiedono se sia un progetto fattibile. E la risposta arriva dall’ingegnere Dino Pignatelli, ex direttore degli impianti sciistici: «Già dagli anni Novanta, spiega Pignatelli «sono stati fatti sondaggi con varie tecniche, allora ma anche adesso necessarie, per vedere dove reperire l'acqua. Da esami e sondaggi geo-elettrici fu confermata una enorme quantità ( già conosciuta) ma a una profondità allora non remunerativa e il progetto, da me predisposto con la ditta York prima ancora che fosse realizzato quello di Campo Felice (1992), non fu più perseguito, come purtroppo spesso accade sul Gran Sasso. Riprovarci ora? Direi che sia indispensabile» conclude Pignatelli «anche se il Gran Sasso con la sua quota non dovrebbe patire carenze di neve, ma affidarsi solo al cielo non consente nessuna programmazione». Intanto la prevendita degli abbonamenti stagionali si è chiusa con qualche numero in meno, rispetto alla passata stagione: «Abbiamo mantenuto le stesse tariffe del 2015-2016» precisa Giuliani «ma c’è stato un lieve calo, registrato anche nelle altre stazioni che fanno parte del circuito dello Ski-pass unico dei Parchi».
di Romana Scopano - da Il Centro -



 



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