Un acceleratore di protoni che permetterà di produrre radioisotopi per la medicina

 

 

 

Studierà i nuclei atomici prodotti nelle fasi più avanzate dell’evoluzione delle stelle e, allo stesso tempo, produrrà radioisotopi per la medicina. Questo è il duplice obiettivo del progetto SPES (Selective Production of Exotic Species), il cui ciclotrone, l’acceleratore di particelle che ne rappresenta il cuore, è stato inaugurato lo scorso 2 dicembre ai Laboratori Nazionali di Legnaro (LNL) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

«Per la fisica nucleare, l’aspetto di SPES di maggiore fascino è la capacità di produrre nuclei fortemente instabili, assai diversi da quelli che troviamo sulla Terra», spiega Giovanni Fiorentini, direttore dei LNL. «La maggior parte delle nostre conoscenze sulle proprietà dei nuclei è stata acquisita attraverso lo studio di nuclei stabili esistenti: i fasci di SPES apriranno una nuova prospettiva che consentirà di conoscere le proprietà dei nuclei in condizioni estreme».

Il cuore del progetto SPES è rappresentato dal ciclotrone di alta intensità, un acceleratore circolare in grado di produrre e accelerare protoni al ritmo di dieci milioni di miliardi di protoni ogni secondo. Dal ciclotrone saranno estratti due fasci di protoni: uno dedicato agli studi di astrofisica nucleare, e l’altro alle applicazioni, in particolare quelle rivolte alla medicina, ma anche allo studio delle proprietà dei nuovi materiali, mediante l’irraggiamento con neutroni.

«SPES è l’acceleratore di punta per la fisica nucleare che l’INFN mette a disposizione dei ricercatori italiani e di quelli che vorranno utilizzarlo venendo da altri paesi grazie alla sua competitività”, aggiunge il presidente dell’INFN Fernando Ferroni. «Il suo scopo va comunque oltre quello della ricerca di base, poiché questo acceleratore sarà anche impiegato per la produzione di particolari radionuclidi per la medicina nucleare, che saranno utili per la diagnosi e la cura di patologie cardiache e oncologiche».

Tra gli aspetti innovativi del progetto – del valore complessivo attorno ai 50 milioni di euro, di cui una decina per il solo sincrotrone – viene sottolineato anche il sistema di finanziamento. Per il funzionamento di SPES, saranno infatti cruciali i fondi che potranno essere ricavati dalla produzione di radioisotopi per uso medico, un aspetto che garantisce al progetto una prospettiva di autonomia e continuità.

SPES è parte del più ampio progetto europeo Eurisol, che vede oggi i fisici nucleari europei impegnati nella realizzazione di tre infrastrutture di fasci di ioni radioattivi. Oltre a SPES, sono in costruzione in Francia una macchina dalle caratteristiche simili, SPIRAL2, e al CERN è in fase di potenziamento l’apparecchiatura già esistente ISOLDE. Queste tre macchine costituiranno un’infrastruttura distribuita sul territorio europeo.



 



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