La ricostruzione aquilana: una storia infinita

 

 

L’oggetto riportato nell’art. 1 della L.R. n. 28 del 11.08.2011,  che ha come finalità la tutela della pubblica incolumità e il miglioramento delle azioni volte alla prevenzione e alla riduzione del rischio sismico, nel rispetto di quanto dispone il Testo Unico in materia edilizia (DPR 380/2001), è ineccepibile nel merito, ma, qui nel cratere, di difficile applicazione, poiché  trova impreparati gli uffici del Genio Civile di L’Aquila che per vastità e mole di lavoro non hanno personale tecnico a sufficienza per poter espletare, in tempi ragionevoli, un ulteriore controllo dei progetti della ricostruzione. Cosicché, nonostante le pratiche siano state istruite dagli uffici dell’USRA e passate al vaglio del Comune, che poi ha provveduto a erogare un primo acconto, si trovano bloccate al Genio Civile, lasciando la somma anticipata in letargo e inutilizzabile nei conti correnti dedicati intestati ai proprietari degli immobili oggetto di ristrutturazione, i quali sono costretti a chiedere la sospensione dei lavori. Come al solito, i“contribuenti” titolari di un diritto reale su un fabbricato si trovano tra l’incudine e il martello, e per l’ennesima volta vedono smarrita la strada che dovrebbe riportarli “a casa”. Non solo, questa anomala situazione crea danni alle imprese e intralcia ulteriormente l’attività dei professionisti. A questo punto ci si chiede: nel momento in cui già si sapeva che legge doveva quanto prima essere recepita, perché non sono stati presi i dovuti rimedi, come a suo tempo promesso, in assenza dei quali si sta rallentando oltremodo il processo di ricostruzione? Poiché c’è carenza di personale nell’ufficio regionale preposto, è necessario reperire tecnici strutturisti, tenendo conto che difficilmente i contributi attualmente destinati all’uopo (BURA n.148 del 25.11.16) siano sufficienti ad ammortizzare gli oneri professionali necessari per avvalersi di collaboratori esterni altamente qualificati. Si parla di somme, dovute dalle imprese costruttrici e introitate dalla Giunta Regionale, che per il cratere sismico (del 2009 e 2016) hanno una riduzione del 60% (da minimo di zero, per una volumetria al di sotto dei 1500 mc, fino a salire e toccare un massimo di 560,00 euro o 800,00 per nuove costruzioni di edifici commerciali-industriali). In attesa che tale emendamento diventi pienamente operativo, e poterne valutare gli effetti, è necessario spendere qualche parola anche a favore di chi intanto è costretto a pagare la polizza fideiussoria in virtù degli accolli di spese direttamente riconducibili al proprietario dell’immobile danneggiato, il cui canone potrebbe dilungarsi e gravare ulteriormente sul menage economico familiare. Al danno si unisce, dunque, la beffa. Arrivati a questo punto, passiamo la palla ai nostri rappresentanti regionali, chiedendo delle delucidazioni in merito e soprattutto la cortesia di fornire solide soluzioni.

di Fulgenzio Ciccozzi



 



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