I BOSCHI VETUSTI DEL PARCO NAZIONALE GRAN SASSO LAGA

LE FAGGETE DI FONTE NOVELLO E DELL’ASCHIERO, IL FRASSINETO DI VALLE VACCARO: ECCO I BOSCHI VETUSTI DEL PARCO NAZIONALE GRAN SASSO LAGA

Assergi – 04/02/2011 - In coincidenza con l’Anno Internazionale delle Foreste, proclamato dall’ONU per il 2011, e nel solco dell’importante convegno tenutosi lo scorso giugno a Prati di Tivo, continua l’impegno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga per la conoscenza, la salvaguardia e la promozione del prezioso ecosistema dei boschi.

Nella mattinata di ieri, infatti, sono stati presentati ad Assergi dal Prof. Piermaria Corona, dell’Università degli Studi della Tuscia, gli illuminanti risultati preliminari del progetto di studio, realizzato in collaborazione con l’Ente, “Identificazione, mappatura, caratterizzazione strutturale e pianificazione dei boschi vetusti del Parco”.

Assenza di disturbo antropico diretto per un lungo periodo, presenza di alberi di notevoli dimensioni, di alberi morti, in piedi e a terra, e di alberi habitat, abbondante necromassa: sono questi gli elementi utili a selezionare in campo i boschi riconoscibili come vetusti. Lo studio dell’ateneo viterbese ha identificato nel Parco tre boschi vetusti. Si tratta di piccoli lembi ricompresi nelle faggete di Fonte Novello (13 ha) e dell’Aschiero (3 ha), ubicati entrambi nel Comune di Pietracamela, e nel Frassineto di Valle Vaccaro, nel comune di Crognaleto. Se le prime riconfermano la loro nota valenza in ambito nazionale, il Frassineto di Valle Vaccaro si rivela una vera e propria rarità per tipologia forestale, di cui si contano pochissimi esempi in Italia.

Il valore di questi boschi si somma a quello straordinario di tanti altre realtà forestali del Parco che presentano alcune caratteristiche di vetustà, come le faggete della Martese (Rocca Santa Maria), di San Gerbone (Acquasanta Terme), di Fonte Bettina, (Fano Adriano), di Pietralunga (Castelli) e in quelle di Colle della Pietra, Pianello e Tignoso nel comune di  Crognaleto.

Uno studio illuminante dunque, quello appena concluso, i cui risultati preliminari– ha annunciato il Prof. Corona - saranno oggetto di pubblicazione su riviste scientifiche. Lo studio è stato accolto con positività ed entusiasmo dall’Ente Parco, che sta predisponendo in accordo con le amministrazioni locali, programmi di gestione, conservazione e promozione a fini scientifici, ma anche didattici e turistici, per questi affascinanti e preziosissimi ecosistemi, beni da tutelare ma anche da far conoscere ed apprezzare.  



Condividi

    



Commenta L'Articolo