Centro turistico, si cambia La proprietà resterà pubblica, gestione ai privati

Il protocollo d’intesa firmato l’altra sera a Palazzo Chigi ha riaperto le porte all’ottimismo. E disegnato altri scenari per il futuro del Centro turistico del Gran Sasso che può contare ora sull’ingresso nella società di Invitalia, o meglio della controllata Italia Turismo.
 «C’è l’impegno del Governo a favorire il risanamento del Centro turistico» ha dichiarato il presidente del consiglio di amministrazione Vittorio Miconi.«Cosa, questa, essenziale per poter poi privatizzare la gestione dell’azienda. Nel corso di questi mesi il sindaco Massimo Cialente ha lavorato proprio in questa direzione che finalmente oggi, nell’ambito dell’accordo siglato a Roma, appare ben delineata».
 In sostanza Italia Turismo, società controllata da Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) entrerà - attraverso un aumento di capitale - nella compagine azionaria del Centro turistico. Un’operazione volta a risanare la Spa, il cui pacchetto societario è interamente nelle mani del Comune, per poi affidare la gestione delle attività (impianti e strutture ricettive) a imprenditori privati. Attualmente, il capitale sociale del Ctgs è sceso a 5 milioni e 200 mila euro, contro i 13 di qualche anno fa. Un calo dovuto alle perdite di esercizio accumulate nel corso degli anni, mentre l’ammontare del debito è di circa 7 milioni di euro, metà dei quali riconducibili a mutui. Una situazione più che difficile per l’azienda che, in ragione di questa nuova opportunità, conta di completare il risanamento nel giro di un paio di anni.
 «Contestualmente, grazie a questo protocollo, potremo lavorare sul fronte del potenziamento delle strutture e dello sviluppo. In ballo» ha aggiunto Miconi «ci sono ingenti risorse e noi siamo in grado di poter partire subito. visto che abbiamo un Piano d’area approvato già da anni ma mai decollato proprio per la carenza di fondi. Un sogno che il Centro turistico culla da anni e che ora potrà concretizzarsi. Indispensabile per lo sviluppo della stazione sciistica sarà la realizzazione delle tre ovovie di collegamento sci ai piedi (Montecristo-Campo Imperatoree- Fossa di Paganica-Scindarella). I progetti sono già pronti. Se tutto andrà bene, dovremo farcela in un paio di anni e con un investimento di 30 milioni di euro. Ma alla fine, con questo raccordo avremo 64 chilometri di piste per lo sci alpino, 65 per lo sci nordico, 30 di fuoripista controllati, 44 di sentieri e 60 itinerari di mountain bike. L’intesa siglata a Roma ha premiato la coesione» ha concluso Miconi «ma ora tutti dovranno fare la loro parte, perché fare sistema non vuol dire solo realizzare impianti».
 
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