Anche gli alpini assergesi con le 10mila penne nere di San Gabriele

Il paese di San Gabriele, patrono d'Abruzzo, ha abbracciato gli oltre 10mila alpini, come sempre tra di loro gli alpini di Assergi e il gruppo dei simpatizzanti. Le penne nere di Tutt'Italia si sono riunite, il 13 Febbraio, a Isola del Gran Sasso, per commemorare le vittime di tutte le guerre e ricordare i caduti nella battaglia di Selenyj Jar in Russia. I tre giorni di commemorazione, culminati con la sfilata sono stati anche l'occasione per rivivere la storia attraverso filmati e racconti di reduci e per ritrovare vecchi amici e commilitoni. Per un week end il Gran Sasso è stato il simbolo degli alpini italiani. Provenienti da tutto lo stivale le penne nere si sono ritrovate, abbracciate e, a volte, commosse. LE STORIE.  Alfredo, Cesare, Giuseppe ed Ennio, tutti provenienti da San Giovanni Lupatoto paese in provincia di Verona, scherzano con il loro amico molisano Vittorio. I cinque hanno lavorato assieme per ricostruire una scuola nella cittadina russa di Rossov. Sembrano conoscersi da una vita, la manifestazione degli alpini è anche questo: una festa che va oltre i confini regionali che riesce ad unire tutte le realtà geografiche.  «La nostra sezione è presente dalla prima edizione e», dice Alfredo, «per noi è sia un momento per ricordare tutti gli affetti che ci hanno lasciato sia un modo insegnare alle giovani generazioni che alla base dei nostri principi c'è la pace e la fratellanza tra i popoli».  Marco Scaperrotta viene da Napoli. Con le penne nere della sua sezione non ha mai mancato un appuntamento.  «La nostra sezione non è mai mancata anche perché il raduno di Isola è un momento clou nel panorama nazionale delle manifestazioni dedicate agli alpini», racconta, «visto che qui si ricordano anche i caduti di tutt'Italia».  Anche le Marche erano presenti e Silvano e Mario, della sezione di Macerata, ricordano che «si tratta certamente di una importante celebrazione da dedicare ai caduti ma allo stesso tempo è una manifestazione dello spirito di corpo e di amicizia che unisce gli alpini di tutta Italia».  «Quando si fa parte dell'Ana», concludono, «non importa che tu sia generale o semplice soldato, ci si rispetta tutti, al di là dei gradi».  C'è anche chi l'Abruzzo l'ha conosciuto nei tragici momenti del terremoto e, da allora, se ne sente parte. 
Narciso De Rossi e Oliviero Chiesuri sono tra coloro che partirono da tutta Italia per soccorrere la popolazione aquilana colpita dal sisma. Assieme alle altre penne nere di Conegliano, hanno stretto amicizia con molti aquilani e ritornare a Isola è per loro sempre piacevole.  Una festa che ha, ancora una volta, voluto omaggiare i reduci di guerra che, incuranti dei chilometri di viaggio e delle difficoltà, hanno fatto di tutto per esserci.  Uomini come Valentino Di Franco, Ercolino Nori e Carlo Vicentini che hanno sfidato la morte nell'inverno del 1942. Nel loro ricordo è conservata un'esperienza che hanno voluto condividere in questi giorni. LA SFILATA. Una sfilata enorme a cui hanno partecipato oltre 10mila persone arrivati con più di cento pullman. Per salire ad Isola c'erano 3 chilometri di coda. Un vero e proprio record di presenze. Un corteo che è partito alle 10 dal centro di Isola e che ha raggiunto il piazzale del santuario tra due ali di folla accompagnato da diverse bande musicali. Presenti i rappresentanti di quasi tutte le sezioni abruzzesi affiancati, durante la marcia, dagli alpini provenienti da molte regioni italiane, accompagnati da moltissimi bimbi. A sfilare con loro il nono reggimento alpini dell'Aquila. Un serpentone lunghissimo che ha concluso il suo percorso dentro il santuario che, nell'occasione, non è riuscito a contenere tutti i partecipanti.  I TRE GIORNI. Nei tre giorni di commemorazione, organizzati dalla locale sezione dell'Ana, si sono susseguiti molti eventi.  Da venerdì a domenica la sala del Palisola è stata teatro di numerosi dibattiti e della proiezione del film di Fabrizio Franceschelli e Anna Cavasinni dedicato agli "Eroi del Gran Sasso", ovvero i reduci locali che sono sopravvissuti, senza adeguato equipaggiamento, alla campagna di Russia. Momenti solenni e di commozione sono stati vissuti, nella giornata di sabato, quando sono state deposte le corone sui monumenti dedicati ai caduti e con l'incontro, avvenuto nella scuola media locale, tra i reduci e gli studenti.



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