L’Aquila: le Linee Guida – quarta parte

Di Sante Acitelli (Cifone) - Ovvero come riprogettare una città con uno studio a “puntate”. Ultima pubblicazione delle “famose” linee guida (che si aspettano da oltre un anno) da concretizzare nei “famosi” Piani di Recupero in modo da rendere presentabili i progetti dei consorzi dei centri storici.

La “puntata” viene divisa in tre parti. Nella prima parte “Diagnosi” c’è tutta una presentazione sulla regione Abruzzo come se qualcuno avesse fatto un bel lavoro di analisi sul territorio regionale e non avesse mai trovato un ente/istituto che glielo avesse pubblicato (ben 1/3 delle pagine su tutto il totale). Nella seconda parte “Obiettivi” si enunciano “gli indirizzi strategici per la ripianificazione di questo territorio” ovvero, in modo sommario e solo per argomenti: organizzare il sistema territoriale del cratere in uno spazio multipolare e differenziato; preservare il sistema degli spazi naturali e rurali, tutelando attivamente le risorse patrimoniali non riproducibili; pensare lo spazio urbano; sostenere lo sviluppo economico puntando sulle eccellenze; consolidare e promuovere il potenziale turistico; garantire un sistema di trasporti sostenibile, assicurando l’integrazione del territorio all’interno delle reti nazionali e transnazionali. Mi sembra che ‘sti obiettivi sopra citati andrebbero bene per qualunque studio urbanistico; possibile che so’ stati pensati per L’Aquila e dintorni? (alla faccia del bicarbonato ….. diceva Totò).

Ed arriviamo alla terza parte “ La Strategia”. Estrapolando le frasi più significative quali:

-         Un’alternativa alla dispersione insediativa e alla frammentazione ulteriore dell’armatura urbana

-         Una precisa ipotesi di intercomunalità, riassunta nel progetto Città-Territorio.

-         Localizzare i nuovi interventi residenziali e produttivi all’interno delle aree già urbanizzate, dando priorità alla riqualificazione dei siti degradati e al recupero delle aree dismesse, seguita dalla rigenerazione dell’edificato esistente

-         Localizzare in via prioritaria gli interventi nelle aree urbanizzate servite dalle infrastrutture di trasporto pubblico a più elevata performance

-         Localizzare in via prioritaria gli interventi nei settori urbani non esposti a rischi naturali, mettere in sicurezza gli insediamenti esistenti, ridurre o, quanto meno, non elevare il numero delle persone e dei beni esposti a tali rischi

-         Pertanto bisogna prestare attenzione ai bisogni emergenti; ampliare l’offerta di abitazioni sociali. Ci sarà necessità di integrare la rinascita degli insediamenti storici e la piena vivibilità dei nuovi nuclei realizzati nella fase dell’emergenza

-         la riqualificazione degli insediamenti esistenti, nel rispetto delle trame insediative naturali e patrimoniali.

-         Identificare, valorizzare e proteggere gli spazi naturali e agricoli ancora presenti nei tessuti urbani e periurbani.

-         Sviluppare l’ecosostenibilità di ogni intervento sul patrimonio fisico. Utilizzare la strumentazione urbanistica locale per perseguire il miglioramento delle prestazioni energetiche ed ambientali del patrimonio edilizio esistente, anche rispetto allo smaltimento dei rifiuti e al trattamento delle acque.

Concetti, questi, sicuramente importanti e fondamentali per integrare la progettazione degli aggregati ma, per un paese piccolo qual è Assergi, è veramente così difficile pubblicare un Piano di Ricostruzione?

cifone



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