Il Comune e l'Amministrazione Separata di Assergi rimuoveranno il legname e i detriti dalle SP

 

 

 

 

Riapriranno tra qualche giorno le strade provinciali per il Vasto e Montecristo. La soluzione è stata trovata in una riunione alla quale hanno partecipato stamattina il Comune dell’Aquila, la Provincia, l’Amministrazione Separata Beni Usi Civici di Assergi e l’ASM.
La legna trascinata sul manto stradale dalle valanghe, sarà raccolta in collaborazione tra la ASM e Amministrazione Separata Beni Usi civici della frazione di Assergi.
Il clamore mediatico per l’inerzia degli enti preposti alla pulizia delle strade provinciali, e le varie manifestazioni di protesta hanno convinto le istituzioni a sedersi allo stesso tavolo per trovare una soluzione.
Determinante anche il, il flash mob di Jemo ‘Nnanzi con l’ormai famosa bandiera tricolore di 99 metri sui detriti che impediscono il passaggio a turisti e allevatori.
Ci sono stati momenti di tensione quando il presidente dell’associazione culturale “San Pietro della Jenca” Pasquale Corriere (uno dei primi a sollevare il problema delle strade chiuse), ha chiesto di partecipare alla riunione: ne è nato un diverbio molto acceso con l'assessore alle Opere pubbliche Maurizio Capri, che non lo ha consentito.
“È scandaloso che da più di due mesi una delle più belle strade che conducono sul Gran Sasso sia ancora chiusa per inerzia amministrativa e pastoie burocratiche, piuttosto che per la forza distruttrice della natura”. È il giudizio senza appello che il portavoce comunale dell’Aquila di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Michele Malafoglia, fornisce sulla vicenda della chiusura della Sp86 del Gran Sasso, bloccata dal gennaio scorso dai tronchi e i detriti portati a valle da una spaventosa slavina che, di fatto, ne impediscono il transito ai mezzi.
“Qualche settimana fa la Regione ha presentato in pompa magna l'arrivo dei tour operator tedeschi in Abruzzo e nei nostri territori – aggiunge Malafoglia – scommettiamo, anzi lo speriamo, che questo la vista di questo scempio, verrà loro risparmiata”.
Secondo alcune interpretazioni legislative giunte dalla Provincia i materiali portati a valle sarebbero da considerare come rifiuto urbano “ma come dice chiaramente l'articolo 183 (comma 1 lettera n) del decreto legislativo 152 del 2006:Non costituiscono attività di gestione dei rifiuti le operazioni di prelievo, raggruppamento, cernita e deposito preliminari alla raccolta di materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o meteorici, ivi incluse mareggiate e piene, anche ove frammisti ad altri materiali di origine antropica effettuate, nel tempo tecnico strettamente necessario, presso il medesimo sito nel quale detti eventi li hanno depositati” spiega Malafoglia.
“Insomma, se si fosse voluto si sarebbe potuto rimuovere da tempo i tronchi e gli alberi che ostruiscono il passaggio di una strada che collega direttamente Campotosto al Gran Sasso – aggiunge l'esponente di Fdi-An – A questo si aggiunga il fatto che anche la strada che conduce al santuario della Ienca è chiusa da una sbarra. Gli operatori turistici della zona sono in ginocchio e anche quelle poche prenotazioni che pure erano arrivate sono state disdette”.
“Non c'è più tempo da perdere: Provincia, che la competenza sulla strada, e Comune, che deve regolare la viabilità sul suo territorio, si devono attivare immediatamente per rimediare ai loro ritardi e liberare una strada che è tra le più amate da turisti, ciclisti e moticiclisti” conclude Malafoglia.

 



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