Giornalisti, Generali e Storici, insieme, per onorare la storia dei martiri di Cefalonia

 

 

 

Memorabile la giornata dell’11 aprile scorso al teatro dell’Istituto San Giuseppe Calasanzio di Roma. Il trombettiere dell’Arma dei Carabinieri intonava il silenzio e a seguire procedeva per l’onore ai caduti. Tutti gli sguardi dei presenti si sono allora diretti verso i cimeli storici della Divisione Acqui provenienti dalla Caserma Pasquali dell’Aquila. Una mostra, questa, organizzata dal colonnello Pietro Piccirilli e ben curata nell’allestimento – dagli elmetti ai fucili, fino alle divise dell’epoca – dagli intraprendenti alpini del 9° Reggimento “L’Aquila” della Brigata Taurinense: Pietro Nola Alfano e Antonio De Bellis.
Vincenzo Di Michele, autore del libro Cefalonia, io e la mia storia, introduceva la sua opera e narrava di come alcune sue vicende personali e familiari fossero strettamente legate a Cefalonia, a cominciare dal Processo ad Alfred Stork – il criminale nazista reo dei fatti di Cefalonia – e dal suo avvocato difensore Marco Zaccaria, il quale è stato premiato dall’autore del libro per aver affrontato in modo onorevole questa triste vicenda.
Il maestro Irmo Marini riportava indietro le lancette del tempo con la sua fisarmonica intonando la canzone Mamma, cantata a squarciagola in illo tempore nelle piazzette elleniche dai soldati italiani. Partendo da fatti realmente accaduti, sono stati premiati i familiari del soldato Carlo Ronci - tra i quali l’avvocato rotale Carla Guiso -, reduce del mare Egeo che per ben sette anni dovette lottare per ritornare in patria e riabbracciare una figlia che mai aveva conosciuto.

“Tra i personaggi menzionati nel libro” ha ricordato Di Michele “non ho potuto fare a meno di ricordare la mia maestra, suor Maria Laura Mainetti, di Chiavenna, persona veramente umile e di immensa bontà, di cui è in corso il processo di beatificazione”. In tale contesto è stata dunque encomiata suor Beniamina Mariani, autrice della biografia della Beata.

È stata premiata poi la nipote del generale Antonio Gandin, il supremo comandante della Divisione Acqui nel settembre ‘43. Al riguardo, l’autore del libro ha voluto rimarcare come la storia deve sempre tenere alto il rispetto della dignità umana e di chi ha pagato con il sacrificio della vita.

Il professor Antonio Rebuzzi veniva dunque chiamato in causa poiché menzionato nel libro. Ha commentato Di Michele: “Grazie ai profondi racconti di vita del mio amico Antonio, tutti attinenti a eventi legati alla spiritualità, ho tratto spunto per alcuni miei brani”.

Sono stati letti dunque alcuni passi del libro da Mino Caprio, il noto attore e doppiatore del grande e piccolo schermo. Una citazione per il capitano della Lazio Pino Wilson, anch’egli menzionato nel libro. A far da interprete ai non udenti c’era Laura Santarelli del Tg1 Rai Lis.

Una citazione meritevole per Carmine Bellucci, scultore aquilano, che ha voluto dedicare a Vincenzo Di Michele un’incisione su una tavola di legno, a Pietro D’Alfonso, Presidente degli Alpini della Sezione Abruzzi dell’ANA, e a Goffredo Palmerini, giornalista e ricercatore storico.

Il generale Antonio Vittiglio ha parlato del passato della Divisione Acqui e di come nel presente si debbano tenere saldi e ancorati certi valori. Il generale premiava dunque l’autore con una cornice della Divisione Acqui, in ricordo della giornata commemorativa dedicata alla storia di Cefalonia. Conclusioni del preside dell’Istituto Renzo Santinon e del rettore padre Angelo Celani, con finale in piedi al suono dell’Inno d’Italia, con in testa gli allievi dell’Accademia Europea Sordi.



 



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