DIRITTO ALLA SALUTE O MERCATO DELLA SALUTE?

 

 

 

- di Emanuela Medoro -
Che cose’ è la salute del corpo e della psiche? Un bene materiale da vendere e comprare sul libero mercato, sempre più concentrato in poche mani, spesso rapacissime, oppure un bene disponibile a tutti, ricchi e poveri? La salute sì, questa ci rende tutti uguali, più o meno ricchi abitanti dei paesi evoluti e poveracci meno fortunati.
 Chiediamoci qui, la povertà diffusa è veramente colpa del povero, un buono a niente, inetto, privo di voglia di lavorare, pigro e incapace di crescere, o non è responsabilità e conseguenza delle politiche iper liberiste mirate solo ed esclusivamente al profitto di pochi,  dei tagli della spesa pubblica, dei tagli delle tasse ai più abbienti, dei licenziamenti di massa,  delle truffe e ruberie più o meno palesi, delle diffuse evasioni/elusioni fiscali, della concentrazione della ricchezza  in un gruppo ristrettissimo di privilegiati?  Ed anche, in particolare, in pieno e trionfante (non del tutto) trumpismo, la povertà non è anche conseguenza della terrificante corsa agli armamenti che toglie risorse alle politiche sociali?
Come già una volta in passato, una risposta accettabile a queste domande viene da un discendente della dinastia Kennedy, Joe Kennedy III. Ricordo che il suo antenato John Fitzgerald Kennedy fu il primo presidente americano di religione cattolica, il che a suo tempo fu questione di pesanti e prolungate discussioni, poiché la maggioranza protestante americana vedeva male un presidente cattolico, in qualche modo legato al detestato papa di Roma.
Ed ecco la risposta del giovane Joe Kennedy III alla proposta di legge sulla salute del partito repubblicano, destinata a sostituire l’odiatissima Obamacare, fondata sull’idea che la salute sia un bene da comprare e vendere sul libero mercato. Riporto in parafrasi le sue parole: “A tutti può un giorno capitare di aver bisogno di aiuto, per una diagnosi inattesa, un incidente fortuito, una perdita insopportabile. La comune umanità ispira la nostra misericordia, rinforza la compassione, ci spinge a badare a malati, anziani e poveri, ai più vulnerabili. La proposta repubblicana fa l’opposto, è molto più di tagli alle tasse, è un fredda e calcolata visione del mondo che colpevolizza la sofferenza, è un progetto crudele. Dobbiamo respingere quel progetto, decidere, invece, di prenderci cura l’uno dell’altro, poiché tutti, un giorno, avremo bisogno di un po’ di pietà…Il carattere della nazione non è mai stato definito dal potere che diamo a chi è già forte, ma della forza che diamo ai deboli…”
Ricordo che la nostra democrazia, figlia e delle correnti di pensiero del secolo scorso e del fiume di sangue versato per ottenerla, obbliga noi tutti a fare delle scelte di fondo, quando siamo chiamati alla urne. Dunque, orgogliosa della mia cultura europea di origine classica e cristiana, scelgo il diritto alla salute, per tutti.
 



 



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