Santa Rufina di Roio: vita da “map”, tra ricordi e realtà

 

 

 

Chi avrebbe pensato che Luigi Perilli, detto Giggino, e Franco Ciccozzi, alias ju Moro, un giorno sarebbero diventati vicini di casa in via Rossini, nel complesso map di Santa Rufina? Il primo abitava nel centro storico dello stesso paese, il secondo a Roio Piano. In verità, in questa strada, dedicata al compositore marchigiano, dei primi inquilini (marzo 2010), sono rimasti solo loro due, insieme alle rispettive consorti: Mariapia e Anna Maria. Anzi, con loro, ci sono ancora una paffuta signora dell’est Europa e un ragazzo macedone. Gli altri vicini, pian piano, stanno rientrando nelle abitazioni ristrutturate.  Gli anni passano, soprattutto per loro, che di lustri ne hanno già tanti, e nonostante gli acciacchi, e il rammarico di dover attendere molto ancora per tornare a casa, vanno avanti. Dopotutto, non potrebbe essere altrimenti. Qualche centinaio di metri dalla “combriccola” seduta sotto la tettoia della fermata dell’autobus, accanto ai bambini che scorrazzano per le stradine del villaggio e vicino a improvvisati artigiani che armeggiano con arnesi e cianfrusaglia varia, Luigi coltiva un piccolo orticello e Franco è completamente assorto alla cura della coniuge malata. Se volete sapere qualcosa di Roio non c’è che da scambiare due chiacchiere con loro che di strada ne hanno fatta davvero tanta. D'altronde, distribuire ricordi sembra essere diventato il loro mestiere. Giggino, nei lontani anni Cinquanta, s’imbarcò a Brindisi per emigrare in Australia, ad Adelaide. Trovò lavoro alla Chrysler. Gli italiani, gran lavoratori, per lo più, erano impiegati come maestranze nei campi di canna da zucchero. Dopo qualche anno Luigi tornò in Italia. Franco invece è rimasto a L’Aquila ad accudire i malati all’ ex ospedale psichiatrico di Collemaggio. I nostri due saggi compaesani hanno tratto molti insegnamenti dalla vita. E hanno imparato soprattutto ad avere pazienza, tanta pazienza. Sono passati più di otto anni dal terremoto e nessuno sa dire loro ancora quanto potranno tornare a casa; semmai avranno la fortuna di poter accarezzare questo sogno. E intanto il tempo passa. Accanto ai luoghi natii è cresciuta l’erba, sono nati piccoli arbusti che presto diventeranno solidi alberi. Si dice che la speranza è l’ultima a morire. Ad alimentare questa speranza, forse ci penseranno i futuri candidati all’amministrazione del comune aquilano che, alla cerca del voto, proveranno a rassicurali. Per adesso, quel sogno è rimasto intrappolato tra le macerie. Trasformarlo in realtà non è cosa da poco. Soprattutto se l’incaricata ai miracoli è una società che non fa sconti a nessuno!   
 
 di Fulgenzio Ciccozzi

 



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