Ricostruzione pesante – tipologia E

(Di Sante Acitelli) - Ancora polemiche, stavolta sulla ricostruzione (sic…che parolone) pesante ovvero le abitazioni classificate con tipologia E! Come se non bastassero, sempre e soltanto litigi, polemiche, prese di distanza, distinguo e tavoli di concertazioni, insomma discussioni continue. Ma andiamo in ordine temporale:

- Cialente (ultima uscita prima delle dimissioni) richiede al Commissario Delegato per la Ricostruzione (il governatore Chiodi) di convocare una riunione “…allo scopo di fare definitivamente il punto sulla questione relativa ai prezzi per la ricostruzione degli edifici in categoria E rispetto alle varie tipologie edilizie…”.
La riunione è ritenuta improrogabile e necessaria perché “…al Sindaco di L’Aquila pervengono quotidianamente segnalazioni di incongruenze o insufficienze di alcuni prezzi…”. “…Questa confusione…” aggiunge il Sindaco “…è inaccettabile per i cittadini, i progettisti e i costruttori. Non vorrei che fosse l’alibi per qualcuno!…”. Continua il Sindaco di L’Aquila “…che, dopo i dodici mesi persi nel 2010, senza avviare la ricostruzione pesante, ogni ulteriore ritardo e indecisione, comunque e da chiunque generati, sarebbe ingiustificabile innanzitutto da un punto di vista morale…”.


- Gli fa eco, appena due giorni dopo come se fosse concordato, l’Ordine degli ingegneri ed architetti (uniti in un’unica “crociata”) “…totale disponibilità a ricercare ogni soluzione possibile per poter contemperare da un lato l’esigenza delle popolazioni ricadenti nel cratere, e dall’altro quella dell’economia, in senso lato, del nostro territorio con l’immediato inizio dei lavori…”. Con la stessa nota sollevano la necessità:
1) di inserire “…nella determinazione delle superfici inerenti le abitazioni classificate con esito di agibilità “E” soggette al Decreto n. 27 del 2 dicembre 2010, le superfici del vano scala su ogni livello dell’edificio e di valutare la possibilità di inserire in tale calcolo anche i muri interni…”;
2) di determinare “…gli oneri inerenti la demolizione selettiva e il conferimento dei rifiuti, per categorie omogenee di codice CER presso gli appositi cassoni collocati all’interno delle aree di cantiere, ovvero aree pubbliche a servizio di più cantieri…”;
3) di pubblicare “…un prezziario della ricostruzione, che preveda anche gli oneri conseguenti alla rimozione delle opere provvisionali – puntellamenti ed i relativi oneri per la sicurezza, propedeutici alle lavorazioni di ristrutturazione…”
Determinati gli elementi suddetti, la nota prosegue che è così possibile “…completare celermente tutte le attività progettuali e conseguentemente iniziare senza indugio i lavori di ricostruzione inerenti i fabbricati classificati E al di fuori dei centri storici…”.
Aggiunge infine che “…terminata questa fase normativa e regolamentare, potremmo approfondire le questioni ancora da definire riguardanti i fabbricati dell’interno dei centri storici, e iniziare, laddove possibile e permesso anche la sistemazione-ricostruzione di questi ultimi”.


- Risponde Chiodi (il governatore) “bacchettando”  l’uno e gli altri dicendo che c’è la copertura finanziaria, definendo le richieste degli Ordini come dettagli da discutere in corso d’opera e caso per caso … ” il quadro regolatorio è pronto per quanto necessario all’avvio immediato della ricostruzione pesante. Gli ulteriori elementi – definibili in dettaglio rispetto all’obiettivo della ricostruzione della città e riconducibili a situazioni residuali non ancora puntualizzate ovvero non definibili a priori – saranno, comunque, finanziariamente riconosciuti e risarciti quando saranno stati proposti, valutati e apprezzati dal Tavolo Tecnico che sta lavorando, con cadenza settimanale, su questi argomenti con la partecipazione degli stessi sottoscrittori della nota.
Proprietari, progettisti e costruttori diano inizio, ciascuno per quanto di competenza, alla ricostruzione...”.


E intanto noi aspettiamo che si mettano d’accordo, aspettiamo i Piani di Ricostruzione, con i centri storici sempre più “fantasmi”, con i danni sempre più evidenti, con i capelli bianchi che aumentano.

A questo punto della situazione politica che si è creata con le dimissioni di Cialente e con la fase di stallo ormai evidente, uno strumento per dare uno scossone a questa “abulìa” politica può essere rappresentata, come vado ripetendo da anni e sempre più convinto, da un comitato di RESIDENTI NON ABITUALI CHE FACCIANO SENTIRE LA LORO VOCE, CHE TESTIMONINO LA LORO PRESENZA, CHE DIMOSTRINO DI ESSERE, a questo punto, L’ATTORE PIU’ IMPORTANTE PER LA RICOSTRUZIONE E CHE SENZA DI LORO, PARLARE DI RICOSTRUZIONE E’ UN NON SENSO, ESSENDO I  RESIDENTI NON ABITUALI, I PROPRIETARI DELLA META’ DELLE ABITAZIONI CON TIPOLOGIA “E” DEI CENTRI STORICI; COLORO CHE HANNO MANTENUTO IN VITA I CENTRI STORICI DEI COMUNI E DELLE FRAZIONI DESTINATE AD UNO SPOPOLAMENTO PROGRESSIVO, MANTENENDO ATTIVE LE ECONOMIE ED IL MERCATO IMMOBILIARE.

Anche perchè, lo dico per provocare, non vorrei che molti RESIDENTI ABITUALI, oggi alloggiati in M.A.P. o C.AS.E., si disaffezionino al rientro nelle loro abitazioni pre-sisma e, quindi, NON avere più neanche la preoccupazione, la speranza, la volontà di rientrare nelle loro VERE case; allontanandosi ancor di più da quegli obiettivi comuni con i NON residenti.

cifone



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