Don ANIELLO MANGANIELLO AL GIARDINO LETTERARIO

 

 

 

 

Domenica 16 luglio quinto appuntamento della 4° Edizione della Rassegna Culturale “Il Giardino Letterario” salotto culturale all’aperto nel Borgo San Pietro della Ienca.
 “Il Giardino letterario” prevede appuntamenti settimanali con la partecipazione di diversi relatori ed ospiti di levatura nazionale per la presentazione di libri, incontri, testimonianze, corsi-laboratori, mostre ed esposizioni riguardanti le diverse tematiche sociali, culturali e scientifiche che annualmente si individuano con l’obiettivo di contribuire a promuovere e sostenere la promozione turistica del territorio del Gran Sasso  e della Città dell’Aquila.
Riconoscendo il carattere nazionale degli eventi nell’ambito della promozione culturale e turistica, il Ministro Dario Franceschini ha concesso il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
L’appuntamento di Domenica 16 luglio alle ore 17,30 nel Borgo San Pietro della Ienca, vede la presenza quale Ospite/Relatore di don ANIELLO MANGANIELLO, sacerdote campano da anni impegnato contro la camorra, fondatore dell'Associazione "Ultimi" che promuove iniziative per diffondere la cultura della legalità, soprattutto fra i più giovani, a Napoli, in Campania e in molte altre zone del nostro Paese, per sedici anni parroco di Scampia (NA) e garante del Premio Borsellino.
Il tema dell’incontro sarà “Gesù è più forte della camorra” dal titolo di uno dei suoi libri.
“Gesù è più forte della camorra” è il diario in prima linea dei sedici anni napoletani del padre guanelliano don Aniello Manganiello (edizioni Rizzoli), ma è anche un richiamo forte a chi propone parole nobili come legalità, moralità e non violenza, ma si tiene lontano dalla realtà di Scampia. Ci sono, infatti, due modi di intendere la missione apostolica in un territorio difficile come Scampia. Uno è chinare la testa, non esporsi, parlare solo se interrogati; l’altro è quello di don Aniello Manganiello: vivere fianco a fianco con gli abitanti del quartiere e condividerne i problemi, spostandosi sempre a piedi perché «in macchina non puoi verificare se il tuo passo è cadenzato su quello dei ragazzi». Il prete ha denunciato piazze di spaccio e ha strappato al “sistema” tantissimi giovani, rifiutandosi di dare la comunione ai camorristi e di battezzare i loro figli. Una presa di posizione che gli è costata le minacce della camorra”. (tratto dall’intervista rilasciata per Unindustria Bologna e Coordinatore Editoriale di “Futuro” trimestrale dei Giovani Imprenditori Bolognesi, 2012).



 



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