La Madonna e gli Assergesi: ricordi e spunti...

 

 

 

- di Giuseppe Lalli -

Domenica 16 Luglio 2017, giorno in cui la liturgia cattolica fa memoria della Beata Vergine Maria del Carmelo, si è celebrata ad Assergi, come da antica tradizione, una Messa nella graziosa chiesetta di Porta del Rio, intitolata, per l'appunto, alla Madonna del Carmelo. Per l'occasione il tempietto è stato oggetto di un primo essenziale recupero per iniziativa dell'Amministrazione dei Beni di Uso Civico e con la fattiva collaborazione del Comitato Feste.

Giova ricordare, a titolo di storia, che il Monte Carmelo, vicino alla città di Haifa, in Galilea, luogo legato alla memoria del grande profeta Elia, già dopo la morte di Gesù, fu meta di eremiti che aspiravano ad un cammino di ascesi cristiana. Sul sito nacque, nel XII° secolo, l'Ordine del Carmelo, che si diffuse poi anche in Occidente, segnatamente in Sicilia, in Inghilterra e in Spagna. Fu proprio al priore Generale dell'Ordine inglese, Simone Stock, che apparve la Vergine, che lo esortò alla pratica dello Scapolare, che da allora cominciò ad essere segno distintivo della Confraternita e promessa di salvezza dell'anima per tutti coloro che, portandolo devotamente, si fossero impegnati a vivere un cammino di perfezione cristiana. Occorre precisare che "Madonna del Carmine" deriva da una contaminazione linguistica dell'espressione spagnolesca "Virgen del Carmen", con la quale si traduceva in Spagna l'espressione "Vergine del Carmelo".

E' interessante rammentare che la Chiesa Santa Maria di Assergi, eretta nella città dell'Aquila (città fondata dai castelli vicini, come è noto ) a presidio del quartiere di riferimento del Castello di Assergi, nei pressi di Porta Castello, fu ceduta ai Carmelitani nel 1609 insieme ai siti circostanti. La chiesa fu in seguito chiamata Madonna del Carmine e si trova tuttora in fondo all'omonima via, una traversa di Corso Vittorio Emanuele.

Non è questa di Porta del Rio l'unica chiesa del nostro borgo dedicata alla Madonna. Oltre alla chiesa parrocchiale, intitolata a Santa Maria Assunta, si ricorda l'antica chiesetta di Santa Maria in Valle, che sorgeva nei pressi dell'attuale sede del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. A Campo Imperatore, vicino al laghetto di Passaneta, sorgeva anticamente la chiesetta di Santa Maria del Monte, così come esisteva la chiesa di Santa Maria del Guasto, in località che oggi si denomina "Vasto". Esiste a Campo Imperatore, attigua allo storico albergo, la chiesetta della Madonna della Neve, mentre lungo la suggestiva valle del Raiale si incontrano i resti della chiesetta rupestre di Santa Maria della Croce, l'edicola mariana delle Pernagnole o Pernagnova e, alle porte del paese, la chiesa della Madonna del Mulino, detta anche Madonna delle Grazie o Madonna della Svòta. Che poi, nel centro abitato una significativa raffigurazione mariana della la Madonna della Pisterola o anche la Madonna alla Buscia perchè vicina ad una porta ricavata dalle mura di cinta dell'antico borgo.

Una presenza, dunque, quella di Maria, forte e discreta...

La chiesetta di Porta del Rio, detta anche la Madonnella, (così la sentivo chiamare da mia nonna) sorge sul limitare del centro abitato, nei pressi di una porta dell'antico castello abbattuta nei primi anni del secolo scorso. Sorge in prossimità di un bivio, quasi a voler ricordare che la vita dell'uomo e del cristiano si gioca su una scelta tra il bene e il male che si è chiamati a compiere ad ogni passo. Io la ricordo con affetto, questa chiesetta: ha accompagnato la mia infanzia. Ci si distribuivano i rami d'ulivo la mattina della Domenica delle Palme.

Ho conservato il vivido ricordo di una vecchierella (si chiamava Barbluccia, una donna dolce e mite) che nella penombra della sera, di ritorno a casa, era solita sostare per qualche minuto sulla porta di ferro del tempietto. La si vedeva inginocchiarsi e la si udiva rivolgersi all'immagine della Vergine attraverso la grata, con parole di umile e fiduciosa preghiera. Mi è tornata alla mente l'immagine di Barbluccia quando, nella maturità, ho letto di quell'uomo che nella Parigi del 17° secolo si vedeva sostare ai crocicchi delle strade di fronte all'immagine della Madonna. Quell'uomo, originale figura di scienziato e di filosofo, si chiamava Blaise Pascal (1623-1662) e in uno dei suoi memorabili "Pensieri" (geniali frammenti di un'apologia del Cristianesimo ), rivoilgendosi idealmente ad uno scettico, si esprime pressappoco con queste parole: "Ti scandalizzi che quella vecchietta che non ha letto alcun libro si inginocchi, si segni? Non ti devi scandalizzare: Dio dà la grazia a chi vuole". Appunto : ...Barbluccia e Pascal, all'apparenza tanto diversi, in realtà uniti da una stessa saggezza, starei per dire da uno stesso...genio.

Il grande poeta italiano Giosuè Carducci (1835-1907), giacobino, repubblicano e anticlericale, rivide, come è noto, le sue posizioni con il passare degli anni. Divenne conservatore, se non addirittura reazionario, e monarchico. Non risulta che si sia corvertito alla pratica cattolica. Tuttavia, autore di un "Inno a Satana" in gioventù, compose, approssimandosi alla vecchiaia, una commossa preghiera alla Madonna, che ripropongo alla fine di questo mio contributo.

Mi piace altresì ricordare che Luciano de Crescenzo, noto e caustico scrittore napoletano vivente, dedica uno dei suoi ultimi libri alla "più buona di tutte le donne". Ci ricorda che a Napoli, città dai mille colori e dai mille richiami mariani, nonchè nostra antica capitale, per augurare buon viaggio si dice "A Maronna t'accumpagn" e per dire "Lo volesse il Cielo" si dice "Te sentess a Maronna". De Crescenzo, che all'inizio del libro si definisce "non credente ma sperante", fa capire alla fine, che dove non è riuscitomil Figlio riuscirà la Madre.

Quanti spunti da una semplice chiesetta mariana di un antico villaggio...

Ave Maria!

Ave Maria! Quando sull'aure corre

l'umil saluto, i piccioli mortali

scovrono il capo, curvano la fronte

Dante ed Aroldo.

Una di flauti lenta melodia

passa invisibil fra la terra e il cielo:

spiriti forse che furon, che sono

e che saranno?

Un oblio lene de la faticosa

vita, un pensoso sospirar quiete,

una soave volontà di pianto

l'anime invade.

Taccion le fiere e gli uomini e le cose,

roseo 'l tramonto ne l'azzurro sfuma,

mormoran gli alti vertici ondeggianti

Ave Maria.

( Giosuè Carducci ).



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