Ricercatori dei Laboratori del Gran Sasso vincitori del premio: "FERMI"

 

 

 

Lunedì 11 settembre nel corso della Cerimonia Inaugurale del 103°  Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica di Trento, c’è stata la cerimonia di consegna del Premio Enrico Fermi. Istituito nel 2001 dalla Società Italiana di Fisica (SIF) in occasione del centenario della nascita dell’illustre scienziato, viene attribuito con cadenza annuale a uno o più Soci che abbiano particolarmente onorato la fisica con le loro scoperte.
Per il 2017 il riconoscimento, è andato a Gianpaolo Bellini, Veniamin Berezinsky, Till Arnulf Kirsten, per i loro cruciali contributi alla fisica e all'astrofisica del neutrino presso i "Laboratori Nazionali del Gran Sasso".
La commissione che attribuisce il premio ha riconosciuto il determinante contributo apportato in questo campo dagli esperimenti GALLEX e BOREXINO, installati da molti anni ai LNGS. Mentre Gallex, poi divenuto GNO, ha terminato la presa dati nel 2002. L'esperimento veramente pionieristico anche dal punto di vista tecnologico, ha confermato, in modo più convincente del precedente esperimento americano, l’esistenza di un deficit del flusso di neutrini che il Sole invia sulla Terra che sarà spiegato in anni più recenti con il fenomeno dell'oscillazione dei neutrini.
“Questo riconoscimento premia un lavoro lungo e difficile sia dal punto di vista tecnologico sia da quello scientifico, iniziato ai laboratori del Gran Sasso nel 1990, che ha portato alla costruzione del rivelatore Borexino, ancor oggi unico al mondo per la sua capacità di studiare i neutrini di bassa e bassissima energia emessi dal Sole”. Commenta Gianpaolo Bellini: “queste eccezionali capacità di Borexino hanno permesso di contribuire in modo fondamentale alla fisica del Neutrino e di ottenere prova diretta di come il Sole produce l’energia che lo fa brillare”.
Gallex
Guidato da T. Kirsten, ha misurato per  la  prima  volta il flusso dei neutrini solari sino alle energie più basse, trovandolo molto minore di quanto previsto teoricamente. Sula base delle osservazioni di Gallex, Berezinsky formulò l’ipotesi che il problema del neutrino solare potesse dipendere da fenomeni nuovi e non di tipo astrofisico. L’esperimento veramente pionieristico anche dal punto di vista tecnologico, ha confermato, in modo più convincente del precedente esperimento americano, l’esistenza di un deficit del flusso di neutrini che il Sole invia sulla Terra che sarà spiegato in anni più recenti con il fenomeno dell'oscillazione dei neutrini.

Borexino
Guidato da G. Bellini, è stato progettato per studiare i neutrini, particelle neutre con massa piccolissima prodotte nella reazioni nucleari che avvengono nelle stelle, in particolare nel Sole ma anche nei decadimenti radioattivi, come quelli che hanno luogo all’interno della Terra.  Borexino è l’unico esperimento al mondo capace di misurare le interazioni di neutrini di bassissima energia. Il suo scopo primario è quello di rivelare tutti i flussi di neutrini prodotti nel Sole dalle varie reazioni nucleari, nell’intervallo di energia, da 0,250 a 16 MeV. L’obiettivo scientifico è duplice: la fisica solare e la fisica del neutrino.  l’esperimento ha dimostrato la consistenza sia del modello solare, sia della nostra comprensione del fenomeno dell’oscillazione del neutrino rivelando per la prima volta i geoneutrini, neutrini dovuti alla radioattività della crosta terrestre. Inoltre Borexino ha esplorato un aspetto del fenomeno dell’oscillazione dei neutrini mai studiato prima d’ora

 



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