Nasce un Osservatorio Regionale sul fenomeno migratorio abruzzese nel mondo

Nasce il centro studi per l’Emigrazione abruzzese. Domani pomeriggio alle 18 nell’aula multimediale del rettorato dell’Università d’Annunzio di Chieti la firma del protocollo per l’istituzione di un “Osservatorio Regionale” sul fenomeno migratorio abruzzese nel mondo che promuova: attività di monitoraggio e ricerca e scambi culturali tra i vari soggetti coinvolti. Alla firma parteciperanno il Cram (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo), il “Dipartimento Scienze Giuridiche e Sociali – Insegnamenti di Sociologia Politica e Diritto Costituzionale” dell’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti -, l’A.R.I.C. (Agenzia Regionale per Informatica e la Telematica), il Comune di Montesilvano e la Fondazione Dean Martin. “Il Centro di Sviluppo – spiega l’assessore della Regione Abruzzo Donato Di Matteo – intende proseguire le proprie ricerche valorizzando gli abruzzesi che hanno dato un grande contributo nei Paesi di residenza. L’obiettivo è inoltre la creazione di una rete tra le città abruzzesi e italiane, che promuovono la cultura dell’emigrazione attraverso manifestazioni, festival ed eventi. Tutti i soggetti coinvolti in questo progetto si propongono di trasformare il fenomeno dell’emigrazione in fattore di sviluppo dei territori originari di appartenenza. Un tale, ambizioso, obiettivo è realizzabile solo coinvolgendo i nostri emigrati all’estero come propulsori dello sviluppo e della diffusione dei prodotti, della cultura, delle innovazioni abruzzesi ed italiane nel mondo. In particolare occorre agire sulle giovani generazioni, che in questi giorni sono in Abruzzo per la riunione annuale del Cram Giovani, in modo da tramandare loro il patrimonio delle tradizioni e consolidare i legami con le associazioni degli Abruzzesi, ma anche instaurando rapporti di collaborazione tra soggetti privati e Istituzioni al fine di divulgare la “cultura abruzzese”: prima tra tutte lo studio della lingua italiana; ma anche altre azioni che, partendo da rapporti di interscambio con i maggiori promotori culturali, siano capaci di consolidare i legami con la terra d’origine”.
 

 

 



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