Seppelliti dalle “Ordinanze” dei Sindaci di montagna...


La Guida Alpina Pasquale Iannetti in una lettera stigmatizza le numerore ordinanze dei sindaci mai revocate.


QUESTA LA LETTERA:
SEPPELLITI DALLE ORDINANZE
Pietracamela 23 settembre 2017

Al Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Al Sindaco del Comune di Pietracamela
Al Sindaco di Isola del Gran Sasso
Al vice Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli
Al Presidente del CAI Abruzzo
Al Presidente del Collegio delle Guide Alpine della Regione Abruzzo


Oggetto: Seppelliti dalle “Ordinanze” dei Sindaci di montagna.

Mi preme di porre alla vostra attenzione i problemi e le difficoltà generati dal problema delle Ordinanze emesse dai Sindaci i quali, poi, si dimenticano di revocarle.
Alcuni esempi:
Il Sindaco di Isola del Gran Sasso il 22.08.2006 emetteva un’ordinanza che dopo undici anni è ancora vigente.
Erano le 9:30 di quel giorno, mi trovavo al bar della stazione superiore della seggiovia dei Prati di Tivo quando ho avvertito un fortissimo rumore causato sicuramente da un crollo. Eravamo in diversi nel bar in attesa che il vento si calmasse per poter andare ad arrampicare. Siamo usciti immediatamente fuori ed abbiamo visto che dal versante di Isola del Gran Sasso saliva velocemente una nuvola di polvere. Ricordo che c’era con noi anche Luca Mazzoleni, il quale chiamò il 118 e subito dopo poco un elicottero sorvolò la zona. Dopo circa mezz’ora si seppe che si era staccata dal 4° Pilastro della vetta Orientale del Gran Sasso un’ enorme massa rocciosa che era precipitata a valle e che aveva raggiunto le prime case del paese di Casale San Nicola senza però provocare danni.

Segnalo un altro caso. Siamo sempre nel 2006:
Il 21.09.2006 un tecnico dell’IMONT (Istituto Nazionale della Montagna) fa una segnalazione, a dir poco, “fantasiosa” al sindaco di Pietracamela, Giorgio Forti, il quale incarica, per una verifica, i Vigili del Fuoco che il 2.10.2006 sorvolano la zona e, sulla base di uno “sguardo” fanno una relazione nella quale affermano che: “grande blocco di roccia stimabile intorno ai 10/12 mila m3 è al limite dell’equilibrio con una lesione in superficie di circa un metro per tutta la lunghezza del blocco in oggetto”. Sulla basa di questa presunta attendibile verifica, il Vigile del Fuoco di servizio I.A.E. (Per. Ind. le Ennio Corona) stila una relazione.

Il 4 ottobre del 2006 il solerte Sindaco emette una ordinanza (la n.8) di: “Divieto assoluto di transito lungo il sentiero Campo Pericoli-Sella dei Grilli-Pizzo Cefalone e di accesso alle aree circostanti lo stesso”. E’ altresì vietata l’effettuazione di escursioni nelle aree interessate dall’evento per qualsiasi finalità (Alpinismo, passeggiate, ricerca funghi, campeggi ecc.)
Dissesto che non era stato MAI verificato da alcun geologo, unica figura professionale affidabile e veramente esperta per questioni di questo genere, che avrebbe potuto rilevare l’esatta entità del problema e le eventuali soluzioni. L’ordinanza è ancora vigente.

L’inverno passato, sull’onda della tragedia dell’Hotel Rigopiano tutti i Sindaci delle aree montane (Castel del Monte, L’Aquila, Arsita, Bisenti, Penne e Campotosto) hanno emesso delle ordinanze di divieto delle attività alpinistiche, sci-alpinistiche, di fondo di sci escursionistico e di ciaspolate nei rispettivi territori. L’assurdo è che alcune di queste sono ancora in vigore.
Si dovrebbero opporre indignati su questi allucinanti provvedimenti Il Presidente della Regione Abruzzo con il suo Assessore alle Politiche turistiche, Il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il Delegato regionale del Club Alpino Italiano, I presidenti delle sezioni del CAI, il Collegio delle Guide Alpine e degli Accompagnatori di Media Montagna.
Nessuno di questi Enti ha detto o fatto nulla.
Distinti saluti
Pasquale Iannetti


 



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