Susanna Tamaro scrittrice del profondo

- di Giuseppe Lalli -

A concludere la bella iniziativa de Il Giardino Letterario, il 27 Agosto 2017, nella consueta suggestiva cornice di San Pietro della Jenca, è stata la nota scrittrice Susanna Tamaro. Prima di colloquiare con il pubblico venuto ad ascoltarla, la Tamaro, amabilmente sollecitata da Augusto Ciciotti, conduttore dell'incontro, ha rievocato la sua ormai trentennale avventura letteraria. Dopo aver tentato senza successo, poco più che ventenne,  di pubblicare il romanzo Illmitz, esordisce nel 1989 con il romanzo La testa fra le nuvole, cui segue Per voce sola e Va dove ti porta il cuore, romanzo di straordinario successo mondiale. Vi si parla di una nonna che apre coraggiosamente la porta del suo cuore alla giovane nipote scrivendole una lunga lettera in cui, vincendo riserve e pudori, le rivela un lato nascosto della sua vita. La dura lezione del libro è quella di mostrare come l'unico viaggio che valga veramente la pena di intraprendere è quello che ha per meta finale il centro della propria coscienza, alla ricerca dell''io più profondo, la' dove s'incontra, insieme all'amore, la forza per essere fedeli alla propria vocazione. Seguiranno altri romanzi, tutti significativi, fino a Ogni angelo è tremendo, punto di arrivo e di ri-partenza, romanzo autobiografico, o di formazione, come si amava dire un tempo, libro in cui Susanna Tamaro si confessa con lo stesso coraggio e la stessa spietata sincerità dell'anziana signora di Va dove ti porta il cuore. Benedetto Croce amava ricordare che siamo sempre figli dei luoghi e dei tempi. Ciò vale forse ancor più per una scrittrice come Susanna Tamaro. Susanna è nata e cresciuta a Trieste, una città da sempre crocevia di culture e di destini, una città mitteleuropea e mediterranea, una città che ha segnato una geografia dell'anima e, nel secondo dopoguerra, un confine quasi antropologico. In molte pagine dei romanzi si respira il dramma delle genti di quel lembo della nostra patria, dramma fatto spesso di silenzi imbarazzanti e di segreti inconfessabili. " Dove si nasce? Da chi si nasce? Quando si nasce?". La Tamaro ci ricorda che queste tre domande racchiudono il mistero della vita. Susanna è nata in un giorno di bora, il vento che a Trieste e nel Carso, altro luogo dell'anima, spazza ogni cosa, e rende ogni equilibrio instabile, dentro e fuori. La scrittrice è ben cosciente dell'influsso misterioso esercitato dai luoghi in cui si nasce. In una pagina di Ogni angelo è tremendo dice, con quel senso dell'ironia che non l'abbandona mai, che "se Kafka si fosse trasferito a Napoli per qualche anno, probabilmente avrebbe vissuto più a lungo e più felicemente".

Misterioso è anche il legame che ciascuno di noi intrattiene con i propri avi. Misterioso che sia, questo legame esiste. Dagli avi ereditiamo non solo i tratti somatici, ma financo, a volte, le pieghe dell'anima. Susanna Tamaro è una pronipote di Italo Svevo (anche se lei, nel Paese delle tradizioni nepotistiche, per pudore, non lo ha mai ostentato), "lo zio Ettore", l'altro scrittore triestino a suo tempo esiliato dall'establishment culturale italiano, ma destinato ad essere, per la bambina Susanna un incombente nume tetelare. Con lui condivide la caparbia volontà di inseguire la vocazione letteraria. Con l'autore di La coscienza di Zeno condivide anche, probabilmente, un distaccato interesse per la psicanalisi. Ma "lo zio Ettore" aveva solo "percepito con lucidità gli scricchiolii di quel mondo" di cui la nipote descriverà i terrificanti schianti. Entrambi ci appaiono molto italiani e molto europei. Ad essi ben si attaglia ciò che Albert Camus ebbe a dire del nostro conterraneo Ignazio Silone : "Guardate Silone: è così legato alla sua terra, eppure è così europeo.

La scrittrice triestina mostra di non condividere invece con la maggioranza degli intellettuali italiani la tendenza a coltivare il politicamente corretto, cioè il... conformismo dell'anticonformismo. Sollecitata da una domanda del sottoscritto, ha ripetuto, sulla scia di quanto affermato in una recente intervista al Corriere della Sera, che la scuola italiana è afflitta dalla mancanza di autorità e che molte scelte fatte in questi ultimi anni sono state motivate più da logiche sindacali che da reali esigenze pedagogiche. La sua difficile infanzia le fa dire inoltre che, anche se "i bambini si adattano a tutto e trovano modo di sopravvivere ad ogni situazione, ...in fondo al proprio animo, desiderano una sola cosa: avere una mamma e un papà, preferibilmente che si vogliano bene; e, preferibilmente, anche dei fratelli". Anche sulla famiglia, insieme alla scuola l'altra traballante istituzione della società attuale, mostra, quindi, di avere idee chiare. Fin da quando, molti anni fa, sentendone parlare, mi sono avvicinato ai suoi romanzi, ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte ad un piccolo miracolo della letteratura italiana contemporanea. La sua scrittura è sempre incalzante, a volte aspra e cruda, mai volgare, simile ad una lama d'acciaio che taglia la superficie dell'apparenza e penetra tra le pieghe dell'anima. Al di là delle storie particolari narrate, spira tra le pagine della Tamaro una nostalgia dell'eterno, una visione che, se coltivata, ci porterebbe a considerare ogni momento della nostra vita un'occasione unica e irripetibile. Non ci disperderemmo nella ricerca spasmodica del piacere e il piacere stesso sarebbe eclissato dalla gioia.


Seguono alcuni versi tradotti in italiano del poeta austriaco di origine boema Raine Maria Rilke ( 1875-1926) che tanto dovettero attrarre la giovane Susanna. Il titolo dell'elegìa, Ogni angelo è tremendo nella traduzione italiana, ha dato il titolo al romanzo autobiografico cui ho ripetutamente accennato : …................................................... Ogni angelo è tremendo. E tuttavia, ahimé, io canto a voi, quasi mortiferi uccelli dell'anima, di voi sapendo. Dove mai sono i giorni di Tobia, quand'uno dei più splendenti stava al semplice uscio, la veste un po' mutata per il viaggio, e già non più terribile; ( giovane al giovane allo sguardo curioso ). Se l'arcangelo adesso, il pericoloso, da dietro le stelle si sporgesse all'ingiù verso di noi solo di un passo, con innalzato battito ci abbatterebbe il nostro stesso cuore. Chi siete ? Voi, riusciti per primi, voi del creato viziati, catene di montagne, creste aurorali d'ogni creazione, polline del dio fiorente, giusti di luce, corsie, scale, troni, spazi di essere, scudi di gioia, tumulti d'entusiasta burrascosa emozione e specchi, d'improvviso, singoli: che la propria defluita bellezza nel proprio volto riattingono. Perché noi, ove affetto ci prende, dileguiamo; ah noi espiriamo noi stessi, e via; di brace in brace manda il legno di noi sempre più debole odore. …....................................................................... ( Raine Maria Rilke )



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