Assergi e l'emigrazione, il commento di Frank Medoro al post di Eugenia Vitocco

Cari amici di "Assergi Racconta" , dopo la pubblicazione del post di Eugenia Vitocco, ci è arrivato dal Canada il commento di un'altro lettore del nostro sito: "Frank Medoro", emigrato ne 1952.

  Il commento di Frank Medoro

"Beautifully written, cara Eugenia. Tanto e non piu' si capiva nel dopo guerra. Io lasciai Assergi a dodici anni nel '52, e come tutti, quel che si faceva era "la morma". Ma come dici tu, dov'erano quelli che sapevano di piu'?- il comune, la regione?  La prima visita al paese la feci una ventina d'anni dopo quando il paese era quasi come l'avevo lasciato, con tanta gente - amici e parenti- che riconoscevo. Giravo le vie del paese contentissimo per riportarmi alla mia fanciullezza. Poi negli anni successivi, tornai quasi ogni anno, a partire dall'84 fino al 2005. Man mano si vedeva lo spopolamento del paese, con gli abitanti ritrovati fuori le mura nel loro 'aggiornamento', che noi lo godevamo dal primo giorno d'arrivo qui in nord America. Bello e triste aver visto di nuovo il 'castello' nativo dopo la sciagura del terremoto.  E' sempre bello leggere tuo scritto su Assergi, cara Eugenia".

Frank Medoro

  Per chi non lo avesse letto, vi riproponiamo il post a cui si riferisce Frank

 Una Risposta a Difesa Del Mio Assergi il più bello e il più pulito paese d'Abruzzo

- di Eugenia Vitocco, USA -

Anni fa tornai da te Assergi. Arrivai mentre il bagliore di un pomeriggio di Agosto ti ammantava rendendoti ancor più bello ed attraente ai miei occhi perchè aumentava la tua antichità e la tua austerità tra quei monti che ti fanno da cornice tutto attorno. Oh Dio come eri bello!
Al mio arrivo ho sostato li` alla parte nuova di te, con tante case e strade nuove, molte ancora in construzione; le ho guardate ad una ad una estasiata, fissandole nella mia mente come un miracolo di un tempo, atteso da tutte le generazioni che in te sono vissute sognando così questa nuova vita che nel corso di un'era diversa si è realizzata, cancellando per sempre le sofferenze e le privazioni del passato con un benessere generale, con cui anche i più afflitti hanno avuto la loro rimascita col raggiungimento di una dignità umana diritto di tutti. Queste nuove case mi sembravano austere cercando di captare i miei pensieri e i miei sentimenti perchè mi fissavano più di quanto le fissavo io, dicendomi  <Ma tu chi sei signora sconosciuta, che vuoi da noi, perche` ci guardi?>  Io esterrefatta da tante meraviglie le fissavo perchè in esse stavo vedendo la realizzazione dei sogni di tutte quelle generazioni che hanno dovuto lasciarti emigrando lontano e altrove. Il mio guardare era rivolto tutto al nord est di te Assergi, ero estasiaticamente incantata e felice, ma di colpo un qualcosa in me stava ribellandosi, perchè ne stavo sentendo la mancanza. Mi son girata di scatto e alle mie spalle ho visto te Assergi, quello che io lasciai molti molti anni fa.
Così con un senso di colpa e di inquietanza ho visto il mio vero paese che un pò triste mi bisbigliava silenziosamente;
<<Io sono ancora qui; guarda come son bello, sono vecchio, antico, inabitato, solo e indebolito dall'ultimo terremoto, ma persisto perche` voglio vivere per voi, miei figli, quelli che ho visto nascere in queste case strutturate con piani antichi di ere passate>>.

Io silenziosa come per chiedergli perdono di quegli attimi di dimenticanza nei suoi riguardi (incantata per le bellezze del nuovo Assergi) in un senso di riverenza quasi inginocchiata gli ho chiesto perdono e ho detto  <  E te ne sono grata. Anche tu in questa era di progresso sei stato vittorioso, dormi pacifico nel tuo silenzio, nessuno ti tormenterà, hai la tua monumentalità e forse con essa diventerai un centro turistico che tutti verranno a vedere, perchè sei uno dei più belli paesi d'Abruzzo. Le tue stradette son tutte pavimentate con selci decorate, le porte sono chiuse, la gente non c'è più ma tu sei pulito e protetto dal tempo che passa. Sei stato trascurato in tutti i tuoi anni di esistenza forse sin dall'Impero Romano agli inizi della tua nascita quando le fognature erano privilegio soltanto delle grandi città. In tutti i tempi passati tu stagnavi in una condizione sanitaria devastante, le tue vie puzzavano di urine e di escrimenti umani; in ogni arco negli spiazzi attorno alle mura, dietro la Chiesa, in ogni angolo nascosto di te c'erano latrine pubbliche. Di notte approfittando del silenzio notturno tutti gettavano urine dalle finestre delle loro camere da letto e il piu` delle volte innaffiavano persone di passaggio che reagivano strillando e maledicendo chi era stato causa di questo gesto inaccettabile. La neve d'inverno nelle tue viuzze era di color giallo, colore di urino.

Quando venni qui in America negli anni cinquanta conobbi un medico oriundo di Lecce ed era il nostro medico di famiglia e di molti altri abruzzesi e di Assergi. Lui in visita in Italia subito il dopo guerra andò a Campo Imperatore e ridiscendendo fece uno stop in Assergi lasciando la macchina (come ci racconto, vicino ad una fontana, logicamente dei Frati), e pensando a noi Assergesi qui in America volle vedere il nostro paese. Con un suo collega entrò sotto l'Arco della porta e cominciò a guardare (ma) più con l'occhio di medico che di turista. Nel raccontarcelo la sua prima espressione fu  <ma come ci vivevate in quel paese?>  Io alquanto risentita a difesa del mio paese rimasi offesa e risposi  <Dottore non so l'effetto e come le e` sembrato questo mio caro paese ma per noi un cantone in un angolo di quelle case e` un monumento>.

 Poi aggiunse quasi per calmare l'erruente mia reazione con una realta` di fatto a cui noi nati lì non avevamo mai dato troppa attenzione ed importanza e ci disse  <>  Io rimasi in silenzio accettando scolasticamente la sua osservazione reale di medico rivivendo una realtà che nascondevamo perchè abituati e incalliti a non volerla vedere. Così era, noi non potevamo cambiare niente, perchè eravamo ignari di come cambiare e ignorati da quelli che erano al comando e sapevano più di noi, come cambiare. Tu Assergi eri in un terribile stato di maltrattamento, hai sofferto quanto noi e più di noi, ma oggi sei pulito, sei pavimentato, sei meraviglioso, no puzzi più, hai le tue fognature e tanti vengono a vederti perchè sei un bellissimo borgo inabitato.

I tuoi e nostri sogni si son realizzati, e per quelli che vivono nel nuovo Assergi fuori le mura e per noi all'estero che ti pensiamo tanto; quindi godi il tuo nouvo tempo, siine orgoglioso, felice hai vinto tutti i soprusi delle ere passate e rimani così per tutti i secoli venenti. Adesso vorrei che quel nostro dottore tornasse a rivederti ma non come medico, come un turista qualsiasi che va a visitare il più pulito, il più antico e il più bel borgo inabitato, che nonostante il terremoto e lo spopolamento "nella mia mente"  <<è il più bello e il più pulito paese d'Abruzzo.>>  Spiacente, troppo tardi questo nostro dottore non c'è più e non può tornare...



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