Duro attacco dell'ex sindaco di Calascio Matarelli al Parco del Gran Sasso

Ll'ex sindaco di Calascio (L'Aquila), Antonio Matarelli, boccia gli interventi finanziati dal progetto Life Praterie, finanziato con fondi europei e sferza un durissimo attacco al Parco Nazionale del Gran Sasso:

"Il programma Life Praterie del Parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga, è sotto gli occhi di tutti, è un misfatto politico ed economico le cui motivazioni e dichiarazioni tecnico-scientifiche sono passate al 'Guinness della stupidità', accompagnato da uno scempio per l'ambiente. Quell'ambiente che il Parco tutela in senso contrario. Se vi era qualche residuale dubbio sulla inutilità e dannosità dell'Ente per i nostri paesi e per le popolazioni che ancora eroicamente o testardamente li vivono, il punto è stato raggiunto".
"Il progetto va avanti da alcuni anni", ricorda Matarelli, già presidente della Comunità del Parco, "ma tutti gli interventi previsti e realizzati non hanno fatto altro che danneggiare e compromettere territori ed operatori che, ancora coraggiosamente vi operano. Facendo una veloce rassegna di quanto le eccelse menti hanno partorito e fatto sui nostri territori, troviamo il voler reinterrare le canne fumarie dei rifuggi ad uso dei pastori nei territori montani ritenendoli d'impatto per l'ambiente e conseguentemente creando locali a cisterna, umidi e non più ad uso di riparo per i pastori e per i neonati agnellini".
"Ai pastori, in cambio, il Parco ha regalato tende che hanno avuto la durata di una mezza estate", fa notare l'ex sindaco.
E ancora: "Nella cosiddetta sentieristica non hanno trovato udienza le strade interpoderali, quelle che maggiormente servono l'agricoltura".
Per Matarelli, poi, "bisogna chiedere a quale titolo, con quale potere e con quali autorizzazioni, gli uffici del Parco hanno potuto intervenire".
"Gli interventi progettati e realizzati, a cominciare dalle recinzioni fatte con palificazione e rete elettrificata stabilmente ancorate al terreno, nonché la realizzazione di pseudo fontanili con manufatti atti al pompaggio dell'acqua, sono opere strutturali soggette tutte a debita autorizzazione da rilasciarsi da parte dei Comuni ricadenti negli interventi".
"La legge è uguale per tutti, non vorrei che qualcuno fosse più uguale difronte alla legge", continua Matarelli, "il Comune dell'Aquila, ed a seguire tutti i Comuni, dove si sono perpetrati tali fatti debbono obbligatoriamente intervenire al fine di ristabilire certezza di diritto; non è giustificabile né ammissibile che il pastore che realizza un momentaneo stazzo a rete viene contravvenzionato con obbligo di rimozione e, lor signori, possono fare tutto e il contrario".
"Il silente ruolo dei Comuni, a cominciare dal capoluogo regionale, non è più ammissibile. I veri titolari di diritto, non solo di rappresentanza, sono e rimangono i Comuni che debbono porre fine a questa amenità di 'Regione verde' che nulla ha portato alla economia del Gran Sasso e dei paesi in esso ricadenti".
"Non è più sopportabile e tacere il fatto che la montagna più importante, con la relativa piana di Campo Imperatore, sia diventata una riserva per passeggiatori domenicali con il panino in tasca", aggiunge Matarelli.
"L'albergo di Campo Imperatore, gli impianti di risalita, le relative piste da sci e, quanto di ausilio e di necessario può servire, deve trovare massima attenzione se non vogliamo che la nostra montagna si impennacchi ancor di più. Gli imprenditori turistici, quei pochi che ancora rimangono, non possono ulteriormente sopportare questo stato di cose".
 

 



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