Pietrucci: ho una storia che non mi sogno di rinnegare, ma rispondo a una comunità




In una nota firmata "Globuli Rossi", viene stigmatizzato come il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci: "Dalla vittoria della destra, si sforza d'annullare le differenze politiche tra la sua parte e quella del sindaco".


La risposta arriva con un post sul profilo facebook:

"Chi in questa momento mi critica e mi “punge” (destino comune a chi ha un ruolo pubblico e di rappresentanza) è mio amico e peraltro mi dà l’opportunità di fare un chiarimento una volta per tutte.
Mi sento e mi leggo classificato tra gli esponenti e i politici “giovani” (anzi gggiovani, come farebbe simpaticamente il verso qualcuno) ma in realtà non sono tanto giovane da non ricordare molte ritualità e regole non scritte di una politica che è stata. Spesso la rimpiangiamo ma io, che sono ottimista e guardo sempre con fiducia al futuro, mi sforzo anche di vederne gli aspetti che dovremmo essere capaci di mettere da parte. Non sopporto, lo confesso, l’ipocrisia di quella regola che vuole le amicizie e le conoscenze ghettizzate e nascoste, o persino rinnegate, se queste stridono con le storie e le appartenenze politiche. Vi vedo una logica e persino un senso, certo, una logica e un senso che hanno probabilmente a che fare con il rispetto delle rivalità e delle passioni, della forza delle ideologie e delle idee. Ma, dico io, che rispetto ci può essere, per la gggente, dico, nel darsele di santa ragione di giorno e poi andare assieme a cena o all’aperitivo? Non è meglio, non è più coerente dire le cose come stanno e, poi, attenzione, dividersi sì, dividersi sempre, ma attraverso i modi, gli strumenti e le sedi della politica?
Qui vengo al punto più importante. Sono un consigliere regionale, l'unico di esplicita rappresentanza del comprensorio Aquilano, prima volta nella storia della regione che è stato eletto un solo consigliere dell'Aquila. Sono iscritto a un partito è vero, ho una storia che non mi sogno nemmeno di rinnegare, ma facendo il consigliere regionale (avendo un carico di responsabilità enorme) rispondo a un comunità e a un territorio, oltre che a tutta la regione. Serve forse spiegare che quella comunità e quel territorio vivono dal 2009 una fase storica particolarissima? Una fase storica che impone, io la penso così, la coesione delle istituzioni. I drammi sociali e del lavoro, i problemi della sanità, della cultura, le opportunità delle infrastrutture, la resilienza delle aree interne e il tentativo di rilancio nel contesto della ricostruzione di una città e di un territorio che devono capire dove andare. Il sindaco dell’Aquila va criticato e controllato quando sbaglia, sono il primo a dirlo, e chi sta all’opposizione in Consiglio comunale ha il mandato istituzionale preciso di farlo, attraverso gli strumenti e gli organi deputati, come la Quinta Commissione, o pubblicamente. Ma il sindaco dell’Aquila è il primo cittadino della nostra città terremotata, il primo interlocutore per chi come me dalla Regione deve fare il bene dell’Aquila e del territorio, assieme agli altri sindaci. Lavorare con lui così come con gli altri sindaci, per me non è uno scandalo, come ovviamente non è uno scandalo consultare e confrontarsi con tutti gli attori e gli esponenti tecnici e istituzionali, con le parti sociali, con il comitato ristretto dei sindaci, come sto facendo da quando sono stato eletto in Consiglio regionale, assieme al vicepresidente della Giunta regionale.
Poi viene sempre il tempo della politica, perché la politica preesiste a tutti noi, e ci divideremo. Ci dividerà la storia, l’approccio, le opinioni, le idee, l’amministrazione. Non ho paura degli scontri, credo di averlo dimostrato, ma gli scontri senza senso sono solo zuffe e falsità".

 



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