Cristina Spennati lancia un messaggio: "OSSERVO CON RABBIA E DOLORE CIO' CHEMI CIRCONDA"

Mi chiamo Cristina spennati, sono nata a Camarda qualche anno fa in una notte fredda e buia. Ho vissuto la mia prima fanciullezza nei vicoli stretti del mio paesello, ma poi all'età di 6 anni, con la mia numerosa famiglia abbiamo lasciato il bellissimo borgo arroccato, per andare a vivere in quella che sarebbe stata la mia città,"l'Aquila". Oggi, (ne son passati di anni da quel giorno) vivo a Paganica, "paese di mezzo" tra il mio bellissimo paese di origine e la meravigliosa città che mi ha vista crescere. Tutti i luoghi da me citati sono parte della mia vita, ed io li amo in maniera viscerale, ma per la città che mi ha accompagnata nei momenti più belli della mia vita, nella fanciullezza, nell'adolescenza e quando mi avviavo verso quella che sarebbe stata la scelta più importante ed impegnativa della mia vita, il matrimonio, be per lei io ho un amore profondo, ed un gran rispetto. Oggi dopo il sisma, cammino per le vie riaperte dell'Aquila ed osservo con rabbia e dolore ciò che mi circonda, vedo solo indifferenza e desolazione intorno alla città che mi ha vista crescere, e che mi ha accompagnata passo passo per una vita, e sento che le sue ferite sanguinanti difficilmente si rimargineranno se chi governa non metterà da parte gli stupidi contrasti che da sempre sono caratteristici tra destra e sinistra..... ritengo che per amore della nostra città e dei bellissimi paesi limitrofi, destra e sinistra debbano lavorare con un unico intento preponderante, "la veloce ricostruzione" poi quando tutto sarà tornato diciamo alla normalità, ci sarà di nuovo tempo per i teatrini e le lotte di potere, e potranno cominciare di nuovo a farsi del male reciprocamente ed a beccarsi per ogni sciocchezza. Ora ci vuole coscienza e unione solidale, solo così potremo forse un giorno non troppo lontano rivedere la nostra città di nuovo viva.

Vi mando alcune delle mie poesie, da esse spero vi venga trasmesso con forza un messaggio: l'Aquila da sola non può farcela, ha bisogno dell'aiuto di tutti noi, l'indifferenza è ciò che più la sta uccidendo, e solo il nostro amore può risollevarla dall'abisso in cui giace ferita. Grazie dell'opportunità          


 L'Aquila mia

E tornano alla mente

le mie giornate andate

i miei passeggi in centro

quando ero una bambina.

Le grandi colonne dei portici,

la piazza con il duomo,

la grande basilica, dove io ho voluto dire il mio si,

ed ogni altro stralcio della mia vita vissuta,

in quella città magica da me tanto amata.

La vita era qui un sogno

vi era una gran pace tutt'intorno

che quasi surreale accompagnava

le mie giornate di ragazza.

Ora sarebbe bello immaginare

questa pace di poterla riavere.

Dopo questo sisma maledetto

il mio cuore ora spera,

di riaverla al più presto la mia città, cosi come era.

Di andare di nuovo in centro a passeggio,

solo per il piacere di respirare affondo la mia città,

la vita, la pace, la gioia, la tranquillità,

che scaturisce da questi vecchi palazzi e monumenti,

dalle fontane, scroscianti di acque fresche in tutti i momenti,

anche nel più afoso dei giorni l'acqua qui vi scorre ghiaccia,

che quando va fra i denti quasi li spacca.

E i parchi, e il verde che qui regna sovrano,

e poi il Castello, così tanto bello, e ancora e ancor di più,

c'è Collemaggio e le Cannelle,

c'è S. Giusta  e l'Animesante ,

c'è S.Biagio e Santa Maria Paganica,

e poi S.Pietro e Santa Maria Di Farfa,

e c'è ancora ancor di più, ci son le porte,

Porta Napoli, Porta Leone, Porta Castello e Porta Bazzano,

e poi c'è lei la mia bella e grande Fontana Luminosa

e lei, che accoglie chi la mia città vuol visitare,

con grande dolcezza, tutti lascia passare,

e si diverte, quando i bambini giocano con le sue biglie ,

quando vede nei loro occhi, grande meraviglie,

e si rattrista, quando poi li vede andare via,

con gli occhi rossi di pianto ininterrotto,

perchè le grandi biglie, non le possono portare via.

Mai dimenticherò le vasche in centro,

quando con le mie amiche, andavo a divertirmi,

quando la mattina a piedi andavo a scuola,

quando me la godevo la mia città, a ogni ora,

al mattino, pomeriggio o anche di sera,

quando andavamo a prendere il gelato,

io coi bambini e con mio marito.

Mio Dio, ti prego, fa che ritorni come era,

non ci ridare una città straniera.

Una città che non sia quella,

che ha accompagnato, ogni momento mio vissuto.

Io prego Dio e chi governa,

di rendermi, L'Aquila mia così come era,

perché è per lei, che il cuore mio ora soffre,

pulsa e batte forte, al sol pensiero,

che per L'Aquila mia, ci sia la morte,

o l'indifferenza, di chi per lei è straniero.

 

Aprile 2009



Indifferenza

 

Altezzosi palazzi

feriti,

dai loro animi un grido s’infrange

è una struggente richiesta di aiuto

quella che ogni volta che percorro il corso

semi vuoto,

io odo.

 La mia anima

Soffre,

nel vedere i pianti disperati

di muri di cemento

di palazzi antichi

di pietre centenarie

infranti.

La loro voce, risuona nell’eco dell’indifferenza

e tutto intorno tace,

ma io ho sentito,

io ho notato,

e con loro ho pianto stasera.

Non muore la speranza

di vederli di nuovo sorridere

di vedere di nuovo in loro la vita

ma ora tutto intorno è morte,

e stringe

intorno al collo, sempre più forte

e soffoca quei pochi brandelli di vita

che ancora restano

e questo filo d’indifferenza

ora più di prima uccide.

 


Alla mia città 12-02-2011

 



Collemaggio

Immagini cupe

Di ferro e cemento

Di troppi brutti ricordi

Immagini a volte sfocate

Si affacciano ora ai miei occhi

Ma mai così nitide sono state

 

Immagine di Collemaggio

Facciata apparentemente intatta

Ma poi all’ingresso si mostra

 La sua dolente ferita

 

Ogni angolo parla di lutto

Ogni ferro che in lei è stato messo

Ha mostrato hai miei occhi il dolore

Per la troppa sofferta ferita

Per un angolo della mia città

Che vorrebbe tornare alla vita.

 

E non passa il momento del pianto

Ora arriva il momento del grido

E tu senti una morsa nel cuore

E non vuoi più che possa tornare

 

Quell’angoscia in te vive di nuovo

E ti grida che è inutile adesso

E la rabbia così tanto repressa

Torna a dire che vuole vedere

Li la vita di nuovo gioire

 

Terremoto hai distrutto la vita

Hai mostrato a noi che siamo nulla

Hai inferto con grande crudeltà

Nel mio cuore una grande ferita

 

Ora lascia che torniamo a cantare

Ora toglici i tuoi artigli di dosso

Fa in modo che qui torni la gioia

E tu vai e non fare il gradasso

Vai e cedi di nuovo alla vita

Fa che infine vinca sulla morte

E restituisca ad ognuno di noi

La tranquillità e la bellezza

Della nostra stupenda città

 

Vai via ora e non tornare indietro

Che di male ne hai fatto già troppo

Vai via e ri dacci una vita

Perché qui, per noi, non è finita.

 

 

Febbraio 2011

 

 

 

 

Un mucchio di macerie

 

Eccomi, sono qui

ora, apri gli occhi, vedi sono tornata

ancora una volta.

Guardami.

Li vedi i miei occhi velati di pianto?

sono per te le mie lacrime

lo sai, io ti amo più del mondo intero

tu sei la mia città, da una vita, e questa è una realtà.

Ho passato i miei anni migliori qui,

con te che osservavi attenta,

ora, sono io che vengo per osservare,

ogni tua ferita, ogni piccola crepa.

Hai tanto male, lo so,

vorrei fare qualche cosa di più,

ma non so cosa fare,

posso solo venirti a trovare

e versare le mie lacrime per te,

che sei per me così importante,

ma non posso fare proprio niente

è questo ora il mio presente

e mi sento impotente.

Ieri sera, eri quasi deserta,

io, morivo di freddo,

ma sono venuta lo stesso,

ti ho vista triste, ti ho gridato ti amo,

l’Aquila mia, non piangere,

prima o poi torneremo.

Non darla vinta a questi disgraziati,

che se ne fregano dei terremotati,

loro non sanno quanto noi ti amiamo,

per loro, sei solo un mucchio di macerie

per noi, sei il sangue, che più non scorre nelle vene.

Ti voglio bene, non lo dimenticare

non vedo l’ora di poter di nuovo passeggiare

sulle tue piazze che mi hanno fatta innamorare,

e finalmente ridere e gioire,

vedendo la mia città,

e non un mucchio di macerie.

 

 

Alla mia città 15-02-2011



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