Anniversario della tragedia di Rigopiano e del sisma di Montereale, il ricordo del sindaco Biondi

“Un anno fa la nostra regione veniva colpita da due catastrofi, il sisma che ha distrutto i centri di Montereale e Campotosto, a pochi mesi dal terremoto di Amatrice, e la valanga che travolse l’hotel Rigopiano, a Farindola, uccidendo 29 persone”.
Così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, a un anno dalla tragedia. “L’Abruzzo, in quei giorni, era preda di un’eccezionale ondata di maltempo, - ha proseguito il primo cittadino - con abbondanti nevicate, che avevano paralizzato interi territori. Vi erano strade bloccate e migliaia di persone prive di acqua e di energia elettrica.
Per tutti noi si trattò del ritorno di un incubo. A otto anni dal sisma del 6 aprile 2009, ancora una volta, ci trovavamo a fare i conti con la paura, a contare gli sfollati, a gestire un’emergenza. Oggi, a un anno da quei drammatici eventi, il primo pensiero va, ovviamente, alle vittime di Rigopiano e ai loro familiari, perché questi ultimi sentano la vicinanza di tutta la comunità abruzzese e delle
istituzioni rispetto a un dolore che, certamente, non può essere lenito dal tempo. Per loro auspichiamo la giustizia che chiedono, affinché eventuali responsabilità vengano accertate e sia fatta piena chiarezza sulla gestione di quella drammatica vicenda. Nello stesso tempo, un pensiero va alle comunità dell’Alta Valle dell’Aterno, di Montereale e Campotosto, in cui la ricostruzione stenta ad avviarsi e su cui incombono i pericoli dati dallo spopolamento e dall’abbandono.
A seguito degli eventi di un anno fa, inoltre, in questi territori, il turismo ha ricevuto un colpo durissimo e, con esso, l’economia locale, che si basava molto su questo settore. Essendo stato sindaco di un piccolo Comune che ha dovuto misurarsi con la complessa sfida della ricostruzione, posso comprendere il senso di abbandono e le mille difficoltà delle comunità e degli amministratori locali. La politica, nazionale e regionale, non deve abbandonarli, sostenendoli con azioni concrete e programmi di rigenerazione, connotati da tempistiche certe e contingentate e da finanziamenti adeguati. Il ricordo di quei giorni, tuttavia, non può prescindere dalla fondamentale riflessione che ne deve scaturire, legata alle politiche di prevenzione e di tutela rispetto alle calamità naturali. Questo territorio, così fragile dal punto di vista idrogeologico e così esposto al rischio sismico, può vincere la sfida che impone il futuro con una
programmazione urbanistica attenta alla morfologia dei territori e facendo della sicurezza sismica, sia in fase di realizzazione che di ricostruzione degli edifici, un’assoluta priorità, soprattutto per quanto riguarda strutture sensibili come scuole, università, ospedali, luoghi pubblici.
Il ricordo, a un anno da quel drammatico 18 gennaio 2017, - ha concluso Biondi - deve essere dunque, al contempo, un commosso omaggio alla memoria delle vittime e un preciso impegno, da parte di tutti, ad anteporre la responsabilità di ricostruire in sicurezza rispetto a qualsiasi altra logica, facendo di questo territorio un esempio virtuoso al quale tutto il Paese può guardare”.


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo