In ricordo di Wojtyla - Un Papa 'muy chevere'


(Di Don Osman Prada) - Ricordo con tanta emozione ed affetto, quando nel 1985 un Papa visitava per la prima volta , ma non poteva che essere lui, Giovanni Paolo II , il Venezuela. Caracas, Merida e Maracaibo, tre città che hanno avuto modo di sentire dal Vivo la voce del vicario di Cristo, una voce amica, una voce di Padre , del fratello maggiore nella fede...la voce di Pietro che confermava il credo di milioni di Cristiani.

Ricordo che due anni prima della data prevista dell'arrivo del Papa , la conferenza Episcopale Venezuelana, aveva organizzato una" Missione Nazionale" che aveva come scopo la preparazione all'incontro con Pietro, il rinnovo delle promesse battesimale, il rinnovo della vita parrocchiale, l'impegno sociale e l'annuncio della parola . Sono stati impegnati per questa missione tanti Vescovi, Sacerdoti, Missionari, Suore, giovani, laici e gruppi parrocchiali che hanno portato la parola di Dio, porta a porta, due a due, come nei tempi di Gesù. Una Missione "Cattolica" , come mai si aveva visto nella storia ecclesiale del venezuela, fatta con entusiasmo, allegria e soprattutto con tanta speranza. In questa missioni tutti i convocati personificavano e abbracciavano la figura di Giovanni Battista, come colui che grida nel deserto: "preparate le vie del Signore, raddrizzate i suoi sentieri".

Giustamente l'appuntamento con il Papa era una bella occasione per confermare la Fede e far lasciare entrare un po' d'aria fresca e di novità ad una chiesa particolarmente Giovane, ma piena ancora di tante difficoltà e problemi socio-politici, accentuati spesso dalla violenza, ingiustizia, fame, fra le classe alta, media e povera, ecc. Una chiesa, purtroppo divisa fra la teologia della liberazione, correnti per il sociale e quella che alcuni chiamavano Conservatrice, a volte accusata di essere molto tradizionalista, molto spirituale, ma poco reale e poco impegnata sul sociale. Una cosa era certa per tutti, Il Papa, era l'opportunità , era la tombola dei poveri per poter, almeno per un attimo dare voce ai problemi dei più umili, disgraziati, poveri del Signore. L'immagine evangelica che mi viene in mente, ricordando l'incontro del Papa con la folla di Maracaibo, era quella di Gesù sul monte delle Beatitudini, dove in maniera particolare ha rivolto un messaggio di speranza ai più piccoli, dimenticati a volte dai grandi. Infatti, quella sera, forse per la prima volta ho visto tanti piccoli "beati "radunati insieme, allegri, cantando, ballando per l'arrivo di chi come Gesù , li sa chiamare senza paura e con autorità di vero Padre: Beati Voi!!!. Per alcuni giorni, ci siamo dimenticati dei nostri problemi, divisioni, ricchi e poveri erano insieme quella sera, abbiamo lasciato da parte i soliti discorsi politici , abbiamo accolto come una sola famiglia il grande ospite, che non portava con sé un bagaglio di cose materiali da darci, ma semplicemente portava con sé non una parola, ma la "Parola", certo la Parola di Dio, tagliante e diretta, soave e forte.

Intorno all'altare maggiore pronto per la celebrazione Eucaristica , una moltitudine , forse un milione e mezzo di persone, non solo del venezuela, ma anche pellegrini venuti dalla Colombia, Peru, bolivia, Brasile, infine di tutta l'America latina , tutti per Lui. Veglia di preghiera, canti, rosari, balli, hanno accompagnato la lunga attesa dell'arrivo del Papa al grande appuntamento con il popolo di Dio.

Sicuramente la visita con il presidente della Repubblica del Venezuela, con i cardinali , con i vescovi, è stato per il Papa un incontro piacevole, giusto e necessario, ben sappiamo la sua capacità di sapere star con tutti, ma quando penso a Giovanni Paolo II, immagino come sia stata la sua grande voglia di incontrare la gente comune , il popolo di Dio, i giovani, i cristiani semplici col rosario in mano. Si vedeva dal volto che stare in mezzo alla gente era il suo forte, la sua voglia di guardare faccia a faccia le persone, di scambiare una parola, una battuta, non soltanto da Papa, ma d'amico, meglio da paesano comune.

Ritornando a quel giorno, ricordo un particolare del tutto simpatico ed emozionante, anche perché ogni volta che mi viene in mente, automaticamente mi commuovo: l'arrivo del Papa in elicottero, sorvolando la folla, una scena bellissima che mi fa pensare allo sguardo che dal cielo oggi il papa Beato, rivolge verso questa umanità pellegrina su questa terra. Uno sguardo che spesso era accompagnato da un bel sorriso di padre, di nonno verso i propri nipotini. L'Eucarestia finalmente inizia, accompagnati con dei canti liturgici popolari, immaginate un coro fatto di un milioni e mezzo di persone, emozione al massimo. Ascoltiamo finalmente la voce di un Papa in diretta e in persona. Grande sorpresa per tutti, comincia salutando la folla, con una frase tipica venezuelana: "El Papa se siente Chevere , en medio de ustedes"( cioè il Papa si Sente Benissimo "chevere" insieme a voi) strappando un lungo applauso dalla folla, che non finiva, presi di una gioia pazzesca, giustificabile...questo Papa era troppo forte, ma troppo!. Ad un certo punto il Papa, con la sua originale spontaneità e occorrenza che lo hanno sempre caratterizzato aggiunge, : "Io vi ringrazio degli applausi, ma adesso il Papa vuole parlare, è venuto qui a lavorare per voi...vuole predicare , quindi fatemi lavorare, altrimenti qualcuno potrebbe dire, che il Papa è venuto a Maracaibo, soltanto a fare il turista", frase che ha strappato nuovamente alla folla degli applausi ancora più forti, lacrime, risate, gioia, abbracci. Non so, la sua forza era la grande capacità di sapere cosa voleva la folla in quel momento, con la sua simpatia riusciva ad attirare l' attenzione e portarla all'ascolto sincero della Parola di Dio, e ci riusciva benissimo.

Nel 1994, un'anno dopo il mio arrivo in Italia, partecipai ad una celebrazione Eucaristica al Seminario Maggiore a Roma, in occasione della Festa dedicata, l'8 febbraio alla Madonna della Fiducia, presieduta dal Papa Giovanni Paolo II. Mi ero posizionato fortunatamente lungo la navata centrale della Chiesa, per poter salutare e stringere le sue mani. Quindi, arrivando puntualmente, eccolo camminare piano piano , salutando i fedeli, i seminaristi e tutti coloro che incontrava . Quando l'ho visto arrivare nel posto dove mi trovavo, gli ho stretto le mani fortemente e gli ho detto: "Sono di Maracaibo, Venezuela", lui subito mi ha guardato con un bel sorriso e mi ha risposto " mucho calor"( cioè molto caldo).

Cosa dire del Papa....semplicemente è STATO UN PAPA MUY CHEVERE!

 

*parroco di Roio


Guarda il video: Don Osman e...Assergi

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