Roio, Ricordando Giovanni Paolo II

(di Fulgenzio Ciccozzi) - Totus Tuus, così, con queste semplici parole in latino, Roio accoglieva il pontefice della Santa Romana Chiesa. Questa scritta a grandi lettere fu posta sul Monte che corona la vallata dai giovani dell’Opus Dei. Quel giorno di agosto del 1980 il Papa scendeva dall'elicottero sul piazzale antistante a quella che un tempo veniva chiamata Colonia Montana IX Maggio, a Monteluco. E, mentre le eliche del velivolo pian piano cessavano di roteare, osservava quel grande fabbricato giallo dalla forma ondulare, custode del sapere delle nuove generazioni, nei pressi del quale avrebbe avuto il piacere di incontrare una rappresentanza degli studenti di ingegneria. Tuttavia, trovò i cancelli dell'edificio chiusi per volontà dell'allora rettore, il quale si è saputo professare una religione diversa da quella cattolica. Con la speranza che le porte di quella Facoltà vengano riaperte al più presto, la professoressa Domenica Paoletti, nel suo intervento dell'altro ieri sera, ha sottolineato, com’era giusto che fosse, il rapporto tra i giovani, tanto cari al Papa, e la nostra università. Appropriato e meritato è stato il ricordo del cardinale Bafile e di Carlo Confalonieri al quale dobbiamo la venuta del Vicario di Cristo nella nostra terra e, soprattutto, la sua profonda e affettuosa attenzione che manifestò per il Santuario nel periodo in cui amministrava la diocesi aquilana. Il plesso mariano sorto intorno alla chiesa fu da lui definito un giardino fiorito attorno alla Madonna. Il vescovo ausiliario Giovanni D'Ercole ci ha rivelato simpatici aneddoti accaduti negli anni in cui collaborava al fianco del pontefice negli uffici vaticani, rivelandone, poi, la profonda religiosità, di un uomo immerso nelle preghiere, spesso recitate allungato sul pavimento appositamente scelto in laminato, in un ambiente tuttavia austero. Un religioso gravato da immani responsabilità che sapeva chiedere consigli ai suoi assistenti, comunque caparbio nelle sue decisioni. Un cortometraggio ideato ed elaborato da Salvatore Lanuzza ci ha mostrato, attraverso un filmato inedito ed immagini sapientemente scelte, il percorso della vita del Beato: il suo amore per i giovani, il suo impegno per la pace, la sua sofferenza e la forza donatagli dalla fede nell'affrontarla. Sono intervenuti con piccoli contributi anche: il maestro Gabriele Sfarra, padre Lancione, Enzo Tunno, Filippo Pacitti, il quale ha esposto una sua profonda riflessione, maturata nel tempo, secondo la quale la visita di cui ci ha gratificato Carol Wojtyla, oggi diventato Beato, è stata voluta da quella stessa Madonna che, attraverso il suo sacro simulacro, come ha affermato la Paoletti, dovrà tornare ad occupare al più presto la sua sede naturale: il Santuario di Roio. Un simpatico ricordo di un vigile del fuoco di Montereale ha chiuso gli interventi. Questi, salito vicino all’altare, ha subito esclamato: “Se don Osman ha avuto il coraggio di partecipare alla Corrida non capisco perché io non debba averne per raccontare a tutti i presenti la mia personale esperienza che mi vide accogliere il Papa su a Monteluco”. Mastrovecchio Costantino, con un po' di emozione, ci ha ricordato il momento in cui insieme all'amico scomparso, Aleandri Ascenzo, consegnò un dipinto della Madonna di Roio, dono della comunità roiana. La serata è stata allietata dalle dolci note del coro di Roio, di Barete e della corale di Celestino V. Roio ha voluto ricordare il Papa venuto da lontano con lo stesso entusiasmo ed affetto che lo accolse qualche decennio fa la folla stipata nel piazzale del Santuario. Termino, dunque, ricordando il parroco che ha guidato per anni la chiesa del Poggio, don Elio Antonucci, il quale porse il registro delle presenze al pontefice affinché vi apponesse la sua firma con la seguente dicitura: “Cum benedictione Johannes Paulus II”. Il Santo Padre, salito sul palco sistemato ai bordi dell’edificio sacro, alla vista di cotanta folla entusiasta ed incredula, denotando un visibile entusiasmo, pronunciò, tra le altre, le seguenti parole: “…la grande gioia nell’incontrarmi con voi presso questo celebre Santuario dedicato a Maria Santissima”, poi proseguì esclamando “… Rivolgetevi ogni giorno con fiducia e con amore a Lei, e chiedetele la grazia della bellezza della vostra anima e della vostra vita, di ciò che unicamente può rendervi felice”. Era il 30 agosto 1980, una data indelebile nei ricordi dei roiani e di tutti gli abruzzesi.



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