La Madonna di S. Maria Assunta di Assergi e la Madonna di S. Sinforosa a Tossicia

La Madonna di S. Maria Assunta di Assergi e la Madonna di S. Sinforosa a Tossicia costituiscono due particolarissimi esemplari della rappresentazione della Natività, disgiunti dal tradizionale modello iconografico cristiano. Quest'ultimo, infatti, ha sempre presentato la Vergine con il Bambino seduta, spesso su di un trono; nelle sculture di Assergi e di Tossicia, invece, la Madonna è sdraiata nel suo lettino di puerpera, quasi fosse dormiente, nell'atto di contemplare il Bambino. Questa singolare versione non rappresenta un mero esperimento stilistico da parte dell'artista, ma esprime un personale obiettivo di dare una diversa interpretazione all'evento, più intima e spirituale, contrapponendosi alla fastosità scenografica, o quantomeno al carattere tendenzialmente formale, che contraddistingueva le coeve rappresentazioni. La preziosità di queste due opere è racchiusa pertanto nel loro carattere assolutamente inedito, nella volontà di ricercare il significato religioso attraverso l'esclusivo rapporto tra la Vergine ed il Figlio; il risultato è una sacra rappresentazione essenziale e raffinata. Uno spunto che, si pensa, abbia contribuito alla nascita di questa originale versione è stato ritrovato nelle cronache trecentesche del convento di Colmar, nelle quali si raccontano apparizioni della Vergine nella inconsueta posizione distesa. Il nuovo modello iconografico che ne derivò ebbe origine in Francia nella metà del XIII secolo, come è possibile riscontrare dal portale di Notre Dame a Leon e in un frammento di tramezzo nella Cattedrale di Chartres; in Italia fu utilizzato intorno alla seconda metà dello stesso secolo. La natura fortemente spirituale ed intimistica di tale rappresentazione della Natività non le permisero di avere un grande seguito nel tradizionale contesto della celebrazione sacra basato sul fasto e su una componente festosa e scenografica. Tanto la cerchia delle committenze quanto quella degli artisti rimasero dunque piuttosto ristrette ed improntate ad uno stile intriso di raffinatezza e dal carattere quasi elitario. E' interessante notare come le opere del genere della Madonna di Tossicia e di Assergi non nascevano come tradizionali e semplici rappresentazioni della Vergine, ma erano il fulcro di gruppi scultorei che riproducevano la Natività e che si componevano degli altri protagonisti, il Bambino e San Giuseppe, assieme ai quali potevano essere aggiunte come contorno le rappresentazioni di bue, asinello, pastori ecc. .A testimonianza di ciò vi sono alcuni pezzi, oggi conservati in vari musei, provenienti da gruppi di Natività e soprattutto l'importante riferimento dell'esemplare della chiesa di S. Nicola a Tolentino, unico gruppo completo del Bambino. La Madonna di Assergi, trecentesca, è conservata nella chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, adagiata, a grandezza quasi naturale, su di una cassa in legno dipinto, che riporta la data 1636. Inizialmente la statua venne associata alla figura di Santa Elisabetta di Ungheria, fu solo in seguito che vi si riconobbe la originale versione distesa della Vergine partoriente. La critica ha sottolineato l'evidente riferimento alla scultura delle Cattedrali dell'Ile de France, rintracciabile nella posizione del capo, inclinato anziché eretto come nelle versioni italiane, in quella delle braccia, molto simile a quella della Natività del portale di Notre Dame di Leon ed infine nei tratti del viso, morbidi e distesi: la fronte è infatti piuttosto spaziosa e la linea di mento ed occhi arrotondata. La Madonna di Tossicia, datata tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento, è stata recuperata da un trafugamento del 1978 grazie all'acquisto da parte della Cassa di Risparmio di Teramo sul mercato antiquario di Londra. Il suo originario splendore è tornato visibile dopo un recente restauro, che ha messo nuovamente in evidenza la policromia del particolare decoro del manto, composto da motivi quadrilobati e gigliati, dorati su un deciso fondo azzurro; il risultato è di grande impatto e ad esso contribuisce il contrasto con il rosso vivo del cuscino sul quale la Vergine è adagiata. La figura, pur nella sua compattezza, risulta nel complesso morbida, grazie alla plasticità del panneggio e dei particolari delle mani e del volto. Nel complesso l'opera è riconducibile ad uno stile gotico che, seppure attardato, presenta ancora forti connotazioni tradizionali. Le notizie relative alle Madonne di Assergi e di Tossicia sono state raccolte in un'unica scheda per la stretta analogia iconografica che intercorre tra le due opere.

- fonte Beatrice Sabatini -

 



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