La Madonna D'Appari tra presente e passato (di Giuseppe Lalli)

- di Giuseppe Lalli -

 

 

Ho sempre pensato la chiesa della Madonna d'Appari, abbarbicata sulla roccia, e l'arco che la sovrasta, come una sorta di porta d'ingresso di un piccolo mondo, una specie di paradiso terrestre. Sarà per questo che ogni volta che l'autobus che ci riportava al nostro villaggio, Assergi, la attraversava, ci si faceva il segno della croce...
Paganica, poi, l'ho sempre pensata per quello che è : una piccola capitale. Assolve, "nell'immaginario, degli abitanti di Assergi e di Camarda", al ruolo di capoluogo della ridente valle del Raiale, valle piena di magia, come scriveva il poeta assergese Silvio Lalli, che della sua valle era innamorato.
Già sede di mandamento, Paganica ha conosciuto momenti di vera passione civile.
Accadde nel 1799, al tempo della rivolta antifrancese, e negli anni '40 dell'800, quando il paese fu interessato dai moti risorgimentali.
A Paganica sono nati, in uno stesso palazzo del quartiere di Pietralata, due protagonisti di primo piano della cultura del '900 , lo storico Gioacchino Volpe e il giornalista e critico Edoardo Scarfoglio.
Ma, per tornare alla Madonna d'Appari, piccolo restaurato gioiello incastonato in un angolo naturale di rara bellezza, il martedì di Pasqua si celebra la messa nell'ambito della festa della Madonna, segue la festa del protettore del paese, San Giustino martire che viene celebrata il lunedì.
I nostri genitori e nonni di Assergi e Camarda usavano, il martedì di Pasqua, andare fin dal mattino in pellegrinaggio alla chiesetta per assistere alla Messa. Si portava, avvolti in una "sparra" , un po' di pizza di Pasqua avanzata e un salame fatto in casa. Ad Assergi c'era, fino al primo decennio del secolo scorso, una originale e toccante tradizione, detta delle verginelle. Una signora (si chiamava la "crollara" , cioè la fabbricante di corolle di paglia, ovvero cercine che servivano per portare sulla testa le conche dell'acqua) radunava un gruppetto di bambine, le verginelle, appunto, incaricandole di andare a pregare per una persona malata alla chiesa della Madonna d'Appari, nella convinzione, radicata nella fede cristiana, che le preghiere innocenti dei piccoli avessero più facile accesso al trono di Dio. Di ritorno dal santuario, le "verginelle" ricevevano per compenso una merenda, offerta dalla mandante della pia richiesta.
Echi di un mondo lontano, voci di un secolo innocente, dove le feste liturgiche scandivano la vita delle persone e le devozioni santificavano il lavoro dei campi.
Era anche da queste tradizioni che la gente traeva 'i tesori del passato e i p
resentimenti dell'avvenire" , per dirla con Simone Weil.

 



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