TRADIZIONALE RITO A SAN BASILIO PER L’ACQUA SANTA DI SAN GERMANO


TRADIZIONALE RITO A SAN BASILIOP ER L’ACQUA SANTA DI SAN GERMANO



Giovedì prossimo, 26 aprile, alle ore 18, in occasione della Ricorrenza del Santo, verrà ripetuto nel Monastero di clausura della Suore Celestine di San Basilio il tradizionale Rito della Benedizione dell’Acqua di San Germano.
Nonostante le gravi difficoltà in cui si dibatte il Monastero, al centro di importanti e incisivi lavori di ricostruzione e restauro a seguito dei gravi danni del sisma, la Comunità delle Suore Celestine ha deciso ugualmente di mantenere la tradizione del Rito dell’acqua di San Germano.
La suggestiva ed antica cerimonia, nella cappella ricavata negli ex locali della Legatoria, sarà officiata da don Oreste Stincone, cerimoniere arcivescovile nonché direttore dell’ufficio liturgico.
Agli intervenuti verrà distribuita l’Acqua Santa che, secondo pia tradizione, ha capacità terapeutiche per le malattie della gola.

SAN BASILIO, IL PIÙ ANTICO MONASTERO DELLA CITTÀ

Il monastero di San Basilio è il più antico insediamento religioso dell’Aquila. Già nel 496 esisteva in località “Villa di Acquili” (il primo nucleo della futura città dell’Aquila) un monastero femminile, intitolato a San Basilio, probabilmente fondato da Sant’Equizio (uno dei quattro santi protettori dell’Aquila con Celestino V, San Bernardino e San Massimo).
L’ipotesi della probabile origine equiziana è conferma dal fatto che nel convento sono tuttora custodite gran parte delle ossa del corpo di San Germano, frate mendicante e portinaio dell’antico monastero equiziano. Nel 1320 il Capitolo di San Pietro in Roma fece dono ad alcune nobildonne cittadine di una casa ed un terreno adiacente per ricostruire presso le mura di cinta della città, un monastero sotto il titolo di San Basilio per professarvi la Regola Benedettina.
Tale monastero, che fu detto “della povera vita”, raggiunse una posizione di grande prestigio cittadino tanto che fu scelto a luogo di riposo della nobildonna italo-spagnola Maria Perecia Camponeschi, nonna di Papa Paolo IV, in occasione della morte del marito Lalle Camponeschi, patrizio cittadino, Conte di Montorio. Il convento venne inoltre incluso nell’itinerario della Regina Giovanna d’Aragona, in occasione della sua visita in città nel 1493. Godeva anche della “protezione” personalmente accordata dalla Governatrice Margherita d’Austria che risiedette in città appunto nel palazzo Margherita (oggi sede del Comune).
Verso la fine del 1500, molti monasteri benedettini aquilani passarono alla osservanza Celestina tra cui San Basilio. Durante la Prima guerra mondiale, moltissimi monasteri furono soppressi, tra i quali quello di San Basilio e tutti gli altri benedettini. Le claustrali di San Basilio, cacciate via dalla propria casa, provvisoriamente furono ospitate in baracche situate dentro il grande orto del Monastero di S.M. Maddalena, nei pressi del rione di S. M. di Farfa.
Solo nel 1932, per interessamento dell’allora arcivescovo Gaudenzio Mannelli, si poté ottenere la restituzione di una parte del monastero, e così le monache poterono rientrare nella propria casa e riprendere piano piano la propria vita.



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