Riconsegnato il piastrino ai familiari di Giovanni Vecchioni

- di Raffaele Alloggia -

 

 

Sabato 21 alla toccante commemorazione, tra le Autorità sono state presenti: il Consigliere Comunale, Daniele Ferella in rappresentanza del Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il Colonnello Marco Iovinelli Comandante 9°Reggimento Alpini L’Aquila, Tenente Colonnello Pietro Piccirilli Aiutante Maggiore 9° Reggimento Alpini, Pietro D’Alfonso Presidente Sezione Abruzzi ANA, Mons. Giuseppe Molinari Arcivescovo Emerito, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Paganica Nunzio Gentile e il Vice Prefetto Aggiunto Dott. Giovanni Todini.

Grande partecipazione delle sezioni degli alpini della prima e seconda zona, sollecitati dal Capo Gruppo degli Alpini di Paganica, Raffaele Vivio, dei cittadini e gli studenti delle scuole elementari e medie di Paganica accompagnati rispettivamente dalla Preside Di Giulio Lucia e dalla Vice Preside Anna Silvia Giusti. Il piastrino identificativo dell’artigliere alpino Giovanni Vecchioni è stato riconsegnato dal Consigliere comunale Daniele Ferella, delegato a rappresentare il Sindaco, al nipote Giovanni e alla nuora Anna De Santis, presenti anche altri familiari.

Il piastrino, dopo 75 anni dalla dichiarazione di “disperso in Russia” il 21 gennaio 1943, dal 9° Reggimento Alpini della Divisione Julia Battaglione L’Aquila, è stato ritrovato nel settembre 2017 in Russia nel villaggio di Podgornoje nella regione di Voronezk, nella famosa valle della morte di Popowka ai confini con l’Ucraina.

Il suo recupero, si deve a Corrado Zaino di Popoli che da anni ricerca spasmodicamente i piastrini o informazioni su 16 suoi compaesani dispersi nella Campagna di Russia nella seconda guerra mondiale.

Nella ricerca del contesto storico della ritirata di Russia, il luogo e il giorno della sua morte coincidono, grazie anche alla testimonianza riportata nel diario del reduce di guerra, Guido Castellino classe 1922 di Mondovì (Cuneo), anche lui del 9° reggimento Alpini L'Aquila, così racconta:

……. 18 gennaio 1943.-
All’improvviso aerei effettuano due o tre picchiate, mitragliano la colonna, è una strage, ci sparpagliamo nella steppa. Raccogliamo i feriti fino a sera. Poi occorre proseguire, allora arriva l’ordine di buttare il materiale superfluo, di abbandonare i feriti e i congelati. Scene strazianti, i feriti e i congelati urlano di non abbandonarli. Ma i sani gridano "avanti, avanti che rompiamo la sacca"! E così faremo ogni notte.

21 gennaio.-
E’ sempre Guido Castellino, che racconta: all’alba a Popowka attacco di carri armati russi. Gli artiglieri si battono bene, i nostri pezzi sparano a zero. Poi è la fine; muoiono quasi tutti.

Dopo la commemorazione militare e l’omelia del parroco Don Dionisio Rodriquez, davanti al Monumento dei Caduti in Guerra, i partecipanti alla cerimonia si sono trasferiti al vicino Centro Parrocchiale, unico locale di Paganica, atto a contenere i tanti presenti.

I mirati interventi degli ospiti, la lettura del brano “Natale ‘42”, dallo scrittore Goffredo Palmerini, scritto da Peppino Prisco uno dei tre ufficiali del Btg L’Aquila reduce dalla Russia e il racconto dello scrivente Raffaele Alloggia, relativo alle ricerche della storia di Giovanni Vecchioni, accompagnate in sottofondo dalle struggenti musiche eseguite dalla musicista e docente di violino Germana Rossi, hanno reso la cerimonia, colma di commozione!

Il “Coro della Portella” di cui il figlio di Giovanni Vecchioni, Sandro, nel lontano 1982 fu tra i soci fondatori, diretto dal maestro Enzo Vivio ha eseguito con la nota professionalità, alcuni canti alpini tra i più rappresentativi.


 



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