NEL BRECCIAIO DI CAMPO IMPERATORE FURONO COTTI I FAGIOLI PIÙ FAMOSI DEL MONDO, QUELLI DI TRINITÀ

- di Piercesare Stagni* - (da Virtù Quotidiane)

 

 

Le migliaia di turisti che ogni anno si recano, quasi sempre per iniziativa privata, in un pellegrinaggio quasi mistico nei luoghi abruzzesi, quasi sempre aquilani, in cui sono stati girati film mitici, dovrebbe far riflettere una volta su tutte sulle potenzialità incredibili di questo tipo di turismo. Solo il digitare insieme su Google le parole “fagioli” e “Trinità” porta a circa 65.000 voci di ricerca, tutte relative a Campo Imperatore, con una incredibile dovizia di particolari relativi al film Continuavano a chiamarlo Trinità, e, ancora, su Youtube è possibile osservare centinaia di parodie di videomaker che rigirano a modo loro la celebre scena della cottura dei fagioli.

Certo, si tratta, come già anticipato, di un turismo disordinato, perfino anarchico, difficile da organizzare, ma che comunque sarebbe in grado sicuramente di produrre un indotto maggiore, se leggermente regolamentato.

Continuavano a chiamarlo Trinità di E.B. Clucher, girato subito dopo Lo chiamavano Trinità, è stato per molti anni primatista di incassi nel cinema italiano, con oltre quindici milioni di spettatori: entrambi i film furono diretti dal romano Enzo Barboni (il cognome Clucher ne è una scherzosa americanizzazione), che in pratica creò un vero e proprio sotto genere del western all’italiana, allontanandosi dai toni seri e inserendo una comicità scanzonata, guascona, a tratti vicina alla farsa, dove i cazzotti trionfavano al posto delle più cruente pistole.

Se nel primo film della serie ci furono sicuramente brevi, imprecisati sconfinamenti nel territorio abruzzese da quello limitrofo laziale, da Camerata Nuova per l’esattezza, nella Piana di Camposecco, e poi fino quasi a Cappadocia, in questo film il paesaggio abruzzese aquilano è molto presente.

A cominciare dai titoli di testa, con la celeberrima slitta di Trinità trainata dal cavallo: si tratta della parte bassa del brecciaio della Valle della Macina, tra Monte Prena e Monte Camicia, a 500 metri dalla strada che, poco sotto Campo Imperatore va a Fonte Vetica, di fronte al canyon della Valianara detto anche “lo Scoppaturo”, altra frequentata location cinematografica.

Uno sperone di roccia nella stessa zona è poi il teatro della celeberrima sequenza dei fagioli, nella quale a turno, prima Bambino e poi Trinità depredano del misero pasto una scombinata banda di cowboy.

Il luogo è da anni meta di tantissimi turisti, e citato in centinaia di siti internet, con tanto di foto di riproduzioni in costume della scena del film, con il focolare e la padella con i fagioli, e addirittura molti segnalano anche le coordinate gps per ritrovare agevolmente il sito: N42.40734 e E13.70757.

Altre sequenze furono invece realizzate più su, in mezzo alla piana di Campo Imperatore, tra le quali quelle degli incontri dei due protagonisti con il carro di una famiglia di coloni, con inquadrature che incorniciano sullo sfondo il Corno Grande: non lontano da lì da alcuni anni, a Fonte Vetica, alcune baracche tra cui una notissima, utilizzata come rimessaggio durante le riprese di un film sono oggi adibite a ristoro e offrono, frequentatissime, la possibilità di cucinarsi la carne all’aperto, quasi come nel film.

“Assolutamente non adatti alle imprese banditesche che tentano ingenuamente di realizzare per sbarcare il lunario, i due fratelli Trinità e Bambino, scambiati per due agenti federali dal losco signorotto Parker, si ritrovano coinvolti in un traffico di armi: finiranno però per aiutare i frati di un convento e una famiglia di coloni, perennemente in difficoltà”.

Regia: E.B. Clucher
Sceneggiatura: E. B. Clucher
Fotografia: Aldo Giordani
Montaggio: Antonio Siciliano
Scenografie: Enzo Bulgarelli
Musiche: Oliver Onions
Produzione: Italo Zingarelli 128 min. Colore
Interpreti: Bud Spencer, Terence Hill, Enzo Tarascio, Pupo De Luca, Yanti Somer

*critico cinematografico

L’uscita del mio volume Il cinema forte e gentile, dedicato ai film girati nella nostro stupendo Abruzzo, credo possa costituire anche uno stimolo per porre la giusta attenzione verso opere non sempre note che fanno parte di diritto della storia del nostro territorio e che spesso ne hanno fatto conoscere ovunque le bellezze e le tradizioni!

Sfogliando insieme le pagine della pubblicazione, realizzata con la preziosa collaborazione della casa editrice Arkhè, mi soffermerò con i lettori di Virtù Quotidiane sui momenti a mio parere più interessanti, raccontandovi aneddoti e tanti particolari sui luoghi scelti per quei film: mettiamoci quindi in marcia, alla scoperta, come è tradizione delle pagine che ci ospitano, del bello nascosto e dei piccoli segreti anche cinematografici di questa nostra terra meravigliosa…

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