IL CENTRO TURISTICO E IL SILENZIO DEL SINDACO

«Siamo preoccupati per il futuro del Centro turistico del Gran Sasso e il silenzio del sindaco non lascia intravedere nulla di buono per l’azienda, ormai vicina al fallimento». A parlare è il consigliere comunale Enrico Verini (Fli).
 Un intervento quello di Verini, che ha anche annunciato la presentazione di un’interrogazione, arrivato all’indomani delle accuse lanciate dall’assessore regionale Gianfranco Giuliante che ha parlato di “affaristi” pronti ad acquisire la società partecipata dopo il fallimento. In una conferenza stampa, Verini (con lui anche il consigliere Roberto Tinari della Dca) è tornato a chiedere conto del bando pubblico che il Comune avrebbe dovuto fare già un anno fa per la privatizzazione del Centro turistico, che ha debiti per oltre 7 milioni di euro e niente soldi in cassa per poter far fronte al pagamento dei mutui.
 «Ci risulta» ha aggiunto Verini «che a questi debiti andranno ad aggiungersi anche quelli dei contributi non versati per i dipendenti. Lo stesso presidente del cda, Vittorio Miconi, un mese fa ha detto che in assenza di nuove risorse sarebbe stato costretto a dichiarare la messa in liquidazione del Centro turistico. Il nostro timore è che sull’onda dell’emergenza si possano giustificare scorciatoie pericolose. Qualcuno potrebbe mettere le mani su una torta immensa (basti pensare al contratto d’area) tirando fuori pochi spiccioli».
 Il capogruppo di Fli ha chiesto chiarimenti anche sul finanziamento regionale, in scadenza a luglio, per Montecristo. «Tre milioni di euro che potrebbero svanire. È un lusso, questo, che non possiamo permetterci. Cialente ci illumini sull’esito della trattativa con Invitalia e magari spieghi che cosa intende fare con il project financing per 181 milioni di euro e le ragioni per le quali non sono state prese in considerazione le manifestazioni di interesse di alcuni grossi gruppi finanziari, come la società russa Gazprom e la Abor di Abu Dhabi. A questo punto il sindaco non può far finta di nulla. E la città ha bisogno di sapere se il Comune ha un disegno strategico volto ad evitare la svendita del Gran Sasso».




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