LE POESIE DI CRISTINA SPENNATI

Queste poesie sono ispirate dai ricordi.... del mio paese, dei miei monti, della vita di tanti anni fa e dalle riflessioni sulla vita moderna per cosi dire..... Sono estratti di vita.... la mia.  




Il paese mio

 

 Nella mia mente fruscii e rumori lontani

Ricordi

Di un viver lento, di un viver sano

In pace e in armonia

Con una natura selvaggia ora, quasi estinta

Frammenti 

Di uno stralcio di vita remota e spenta

Di prati fioriti sfiorati dalla tramontana

Di dolci isciacquii dovuti alla forza del fiume in piena

Ora solo echi di un tempo passato

Venature di una vita.

Solitario il viandante

Tra le viuzze del borgo arroccato

Manifestava il modesto parere

Su questo angolo bello di mondo

  E  l’orgoglio del paesello

Quella torre vecchia arroccata

 Espressione di sublime piacere

Per la gioia del giorno che vive.

Il tripudio per questa opera antica

Riportata piano piano alla vita

Scava e giunge fino in fondo al cuore

Carpendo con sensata magia

Anche un ultimo gesto d’amore.

Per quei vicoli stretti e scoscesi

Tanti hanno vissuto una vita

Ora tra questi viottoli feriti e stanchi 

Non passeggiano più i viandanti

E il paesello soffre la sua ferita

Ora il  grido che si ode da lontano

Oltre il monte sta chiedendo una mano

Oltre al mare, oltre ai colli, oltre paesi e città

Grida forte, qualcuno son sicura,

 Ascolterà.

 


19  Maggio 2011



Na zampanella

 

Voci, ombre, echi lontani

 Accendono ricordi ormai  sbiaditi

Voci di donne che lungo il viottolo in festa

Chiacchieravano sedute sulle scale

E le risate ed i racconti

E gli echi delle grida dei bambini

E l’abbaiare lontano dei cani

E la campana che suonava il suo rintocco

Accendono in me

Uno strano rimpianto.

Ero fanciulla e le contadine

Dopo il caldo afoso del giorno

Riposavano le gambe esili e stanche

Sedute fuori dalle case arroccate del bel paese

Accovacciata sulle gambe di mia madre

Io ascoltavo le chiacchiere animate

E poi tra queste voci piano piano mi assopivo

Stanca, ma felice

La mamma mia allora con amore

In braccio mi portava con se, nel grande lettone

Ed io dormivo con i miei genitori.

Ma quando un di di luglio nacque lui

Nel lettone allora fummo in quattro

E nella stanza diventammo in sei

Noi quattro e altri due fratelli miei

Si stava stretti ma stavamo bene

E quei momenti magici di condivisione

Sono stati il mio tesoro grande

Perché si può aver tutto senza avere niente

Se si ha accanto chi ti vuole bene

Non come adesso

Che nulla basta mai

Ora che ognuno ha la sua stanzetta

Ora che si vive negli agi e nelle comodità

Ma mai ciò basta

E il terremoto nulla ci ha insegnato

Anzi più andiamo avanti e più va peggio

Con i ragazzi schizzati, maleducati e violenti

Che non si sa più come li devi prende

E coi problemi ancor più disparati

Viviamo tutti molto più infelici

Ma prima ci bastava cosi poco

Na zampanella,

Un tozzo di pane ammollato con sopra il pomodoro

Per ringraziare Dio del grande dono

E vivere felice ed appagati

Non come adesso,

Tanti pori disgraziati.



19 maggio 2011




 

I miei monti


La vita mia segnata da questa presenza

Dal respiro del vento sui capelli

Dal muggito delle mucche al pascolo

Dal belare delle pecore e l’abbaiare dei cani

Dalle figure dei pastori lontani

La vita mia tra questi monti

Immensi

E immersi in una incontaminata natura selvaggia

Dai quali mai vorrei io separarmi

E con i quali o condiviso tanti momenti

I monti che hanno accompagnato la mia vita

Con gioia con dolore o semplicemente così come è venuta

I  pascoli, dove spesso ho osservato gli animali,

strabiliata della grande mole

 di mucche e di cavalli,

e dove ho seguito con immensa gratitudine

e forse un po’ impaurita,

il viver lento di questi esseri stupendi.

I grandi spazi silenziosi,

aperti a chi di pace vuol nutrirsi,

e a chi dal caos metropolitano

viene qui solo per disintossicarsi,

per passare anche solo poche ore,

su un plaid sdraiato ad osservare il mondo, al sole,

da questa sublime e surreale angolazione,

per respirare a pieni polmoni

un aria nuova, aria di altri tempi

aria che se chiudi gli occhi e respiri forte,

 sa trasmettere bellissime sensazioni,

profumi, che solo qui si possono sentire

tra questi monti, tra queste alte vette,

che poi in inverno si trasformeranno,

e su manti di candida neve,

 non più pascoli di animali

ma di persone ci saranno,

imbacuccati e con gli scii ai piedi,

e allegri riempiranno i canaloni,

e pace e quiete andranno a farsi benedire,

in questo tempo in cui è ora di gioire.

Che sia inverno estate autunno o primavera

qui nulla cambia la natura è vera

e guardi da quassù un po’ strabiliata

il serpentone che si snoda tra le fronde

è lungo è grigio e sembra che sorrida

orgoglioso di averti portato quassù in cima.

 

20 maggio 2011

 

 

 



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