Scampoli di Poesia: L'Aquila Rivòla

- di Giuseppe Lalli -

 

 

L'altra mattina mi sono inoltrato a piedi in quello che fu il centro storico della mia bella città, il volto di quell'Aquila che qualche anno fa la gigantesca lama di un rasoio ha orrendamente sfregiato.
Ho risalito le scalette di Costa Masciarelli, con le sue pietre piene di sole e di verde, e assaporato a lungo quei vicoletti e stradine che si dipartono a destra e a manca. Al mio sguardo trasognato riapparivano bambini e ragazze in fiore, e risentivo voci musicali del nostro bell'idioma, come quando, studente, mi immergevo in questo piccolo ventre della città. Del resto, non occorre molto sforzo alla vena lirica: uno di questi vicoletti si chiama "sdrucciolo dei poeti"...
Sono poi entrato in una farmacia, e m'è parso che tutto fosse come prima : stessi scaffali, stesso odore di modernità, persino stessa farmacista, una donna sempre bella, una bella italiana del Novecento, rassicurante e sorridente.
Mi sono per un attimo tuffato nei suoi occhi e...m'è parso di vedere un'aquila ferita che ri-volava.
Ero contento, ero nella mia città, ero in quel luogo, ero di nuovo in un...capoluogo.

 



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