Proietti, quanti ricordi anche aquilani

- di G. Col – (da inabruzzo)

 

 

Gigi Proietti in una deliziosa trasmissione tv su Rai Uno, in questi effervescenti sabato sera di giugno, riappacifica con il piccolo schermo e non ti fa pentire di non essere uscito di casa. Pochi sanno farlo, lui sicuramente sì, sempre migliore, sempre giovane, motivato, a suo agio tra i cavalli di battaglia artistici di molti attori che gli devono la carriera e il prestigio.
E così tornano alla memoria i ricordi, molti dei quali aquilani.


L’attore romano conobbe il successo anche grazie a due spettacoli teatrali prodotti dell’allora prestigioso Teatro Stabil dell’Aquila Il dio Kurt da Moravia e Operetta di Gombrowicz. Proietti si era ambientato a L’Aquila, bazzicava il centro e i suoi locali, sceglieva trattorie allora molto note, portava Il Messaggero piegato sotto il braccio e suonava la chitarra per gli amici dentro la sede del TSA, Geniale, brillante, senza puzza sotto il naso. Si erano nel 1968 e gli attori erano spesso isterici, bizzarri e spesso fanatici e presuntuosi. Gigi si rivelava di ben altra pasta e la sua stoffa – già evidente . non gli aveva dato alla testa.
Molto tempo dopo ebbe una non felice esperienza alla guida del TSA, ma se ne liberò ben presto, come tanti altri grandi attori italiani chiamati alla stessa esperienza.
Diversi anni fa, grazie alla complicità di un suo e nostro amico, Federico Fiorenza, ci concesse una lunga intervista televisiva: per noi un onore e una prova professionale di alto significato. Una bellissima intervista, indimenticabile pur tra le tantissime che facevamo con vip di ogni genere.
Rivederlo in tv oggi, sempre eccezionale, è un piacere. L’ultima volta di persona lo vedemmo dopo il sisma del 2009 aggirarsi tra le rovine del centro, presso piazza San Pietro, meditabondo e visibilmente impressionato. Lì c’era una delle trattorie che preferiva. Un rudere malconcio come tutto attorno.



 



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