25°anniversario della visita di Sua Santità Giovanni Paolo II alla chiesetta MADONNA DELLA NEVE.

Sono trascorsi 25 anni da quella giornata memorabile, con la visita di Giovanni Paolo II a Campo Imperatore.
Sabato 23 giugno 2018 alle ore 10:30 la Sezione ANA Abruzzi, in collaborazione con il Gruppo Alpini di Assergi, commemorerà il 25°anniversario della visita di Sua Santità Giovanni Paolo II alla chiesetta MADONNA DELLA NEVE di Campo Imperatore.
Il 20 giugno 1993, il Papa, dopo aver benedetto la chiesetta della Madonna della Neve, riaperta dopo i lavori di restauro realizzati dagli Alpini della Sezione Abruzzi dell’ANA, recitò le preghiere dell’Angelus e rivolse parole che sono rimaste scolpite nel cuore degli Alpini che citò più volte nella sua Omelia.
 “Carissimi Fratelli e Sorelle! E’ un incontro particolare questo di oggi, nel quale ci è data l’opportunità di recitare l’Angelus nella suggestiva cornice del Gran Sasso, accanto a questa Cappella che ho appena benedetta, semplice e graziosa, incastonata com’è nel maestoso paesaggio a me ben noto e caro. Qui il silenzio della montagna e il candore delle nevi ci parlano di Dio, e ci additano la via della contemplazione, non solo come strada maestra per fare esperienza del Mistero, ma anche quale condizione per umanizzare la nostra vita e i reciproci rapporti. Si sente oggi un gran bisogno di allentare i ritmi talvolta ossessivi delle nostre giornate. Il contatto con la natura, con la sua bellezza e la sua pace, ci ritempra e ci ristora. Ma mentre l’occhio spazia sulle meraviglie del cosmo, è necessario rientrare in noi stessi, nella profondità del cuore, in quel centro della nostra persona, in cui siamo a tu per tu con la nostra coscienza. Lì Dio ci parla, e il dialogo con Lui restituisce senso alla nostra vita.

Per questo, carissimi Alpini, che vedo numerosi a quest’appuntamento, ho molto apprezzato la vostra iniziativa di ristrutturare questa Cappella, la quale vuole essere, per quanti qui giungono o sostano mentre salgono la montagna, richiamo al soprannaturale, segno della presenza di Dio, invito alla preghiera. Così è per voi, cari amici, che vi siete qui radunati, preoccupandovi di assicurare al vostro incontro festoso il respiro ossigenante della preghiera. Esso, del resto, si amalgama bene con la vostra storia e la vostra cultura, oserei dire con la vostra “spiritualità”. Voi siete infatti, come “plasmati” dalla montagna, dalle sue bellezze e dalle sue asprezze, dai suoi misteri e dal suo fascino. La montagna apre i suoi segreti solo a chi ha il coraggio di sfidarla. Chiede sacrificio e allenamento. Obbliga a lasciare la sicurezza delle valli, ma offre a chi ha il coraggio dell’ascesa gli spettacoli stupendi delle cime. Essa è pertanto una realtà fortemente evocativa del cammino dello spirito, chiamato ad elevarsi dalla terra al cielo, fino all’incontro con Dio. Voi, cari Alpini, siete esperti di questo suo misterioso linguaggio. Ascoltandolo, il vostro stesso servizio alla Patria si fa, con tutta naturalezza, servizio alla solidarietà e alla pace. Lasciate dunque che, alla ben nota simpatia che il Corpo suscita nell’opinione pubblica, io aggiunga oggi anche l’espressione del mio apprezzamento e della mia amicizia”.



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